Le associazioni Cattoliche chiedono di difendere la vita da Saviano e, intanto, ostacolano la ricerca sulle staminali.

Nel maggio scorso, il presidente della FISM (Fondazione Italiana Sclerosi Multipla) ha dichiarato:”Siamo orgogliosi che una ricerca italiana sulle staminali da noi finanziata sia capofila a livello internazionale e che abbia aperto la strada a un percorso sperimentale a livello mondiale“.
Era stato infatti annunciato il primo studio di terapia sull’uomo basato sulle cellule staminali, con il coinvolgimento di 150 pazienti in tutto il mondo.

Nel frattempo, notizia di venerdì scorso, l’ANSA annuncia la completa guarigione di una bambina di 6 anni in Germania, affetta da una grave forma di leucemia.

Così, mentre viene fatto tanto rumore mediatico per la testimonianza nel programma di Fazio e Saviano delle famiglie Welby e Englaro, della sperimentazione sulle staminali non si è saputo più nulla. Perché i mezzi di informazione tacciono ?

L’associazione FISM afferisce all’AISM, che sta guidando la sperimentazione sulle staminali, assieme ad altre quattro associazioni in tutto il mondo che finanzieranno la ricerca per l’85% del totale. Il coordinatore per l’Europa è il dott. Antonio Uccelli, del dipartimento di Neurologia dell’università di Genova. In Italia è prevista la partecipazione di una trentina di pazienti, per cui è in corso di presentazione la documentazione necessaria per richiedere l’autorizzazione al Ministero della Salute.

Le cellule staminali sono cellule non ancora differenziate che possono dare origine a cellule di vario genere. In esterma semplificazione, si tratta di cellule ancora “immature”, presenti nell’embrione umano, che possono essere pilotate per divenire di tipologie specifiche, come ad esempio le cellule cerebrali, ossee, muscolari e così via.

Avere il controllo delle cellule staminali vuol dire poter generare cellule in grado di contribuire a combattere malattie degenerative come il Parkinson e l’Alzheimer o restituire la vista ai non vedenti . Le cellule staminali, non essendo ancora specializzate, possono essere innestate all’interno dei tessuti degenerati e diventare cellule “nuove di zecca”, di fatto riparando la parte lesa. La sperimentazione consentirà di valutare, per la prima volta, la validità di questo rivoluzionario processo costruttivo.

L’annuncio della sperimentazione di terapie basate su innesto di cellule staminali regala una sottile speranza a quanti sono affetti da malattie potenzialmente mortali come ictus, diabete, malattie cardiache e nei paraplegici. Innestando cellule staminali non ancora mature, queste possono ricostruire la porzione cerebrale danneggiata e restituire al paziente la facoltà persa. Le cellule staminali promettono quindi una grande speranza per quelle persone che hanno dovuto subire malattie con tragici effetti sul livello qualitativo della vita.

L’insorgenza di una di queste malattie – e parlo per esperienza diretta – è di grande impatto per il paziente, chi ha subito ad esempio un ictus o un’ischemia cerebrale, vede improvvisamente ridotta una funzionalità cerebrale (sia essa visiva, uditiva, motoria o altro) prima patrimonio delle proprie normali facoltà. Gli effetti sulla qualità della vita di chi subisce queste malattie sono drammatici. E’ importante comprendere che una disabilità non si può momentaneamente sospendere: un disabile lo è 24 ore al giorno, per tutti i giorni della vita a venire.

Così, mentre le associazioni Pro-Vita pretendono il diritto di replica da Saviano, la Chiesa Cattolica ha fortemente osteggiato la ricerca sulle cellule staminali, essendo queste prelevate da embrioni umani. Benedetto XVI, nel Settembre 2006 in un discorso ai medici cattolici nell’ambito di un convegno sulle cellule staminali, ribadiva il no alla ricerca sulle cellule embrionali e, contemporaneamente, asseriva che la ricerca

merita approvazione ed incoraggiamento quando coniuga felicemente insieme il sapere scientifico, la tecnologia più avanzata in ambito biologico e l’etica che postula il rispetto dell’essere umano in ogni stadio della sua esistenza.

una posizione che, di fatto, paralizza tutte le attività scientifiche in merito.

Negli anni successivi alla dichiarazione di Ratzinger, tutte le sperimentazioni sono state sistematicamente osteggiate, come in Inghilterra, in Germania, negli Stati Uniti e in generale in tutta Europa.

E’ importante osservare che la Chiesa Cattolica non prende una posizione tale da sconsigliare l’adozione di terapie basate su cellule staminali ai soli credenti, ma costringe tutta la comunità ad adeguarsi a principi etici su cui il singolo può non essere d’accordo.

Ora, se l’associazione Pro-Vita ha diritto di replica in TV, perché noi malati di malattie gravi o degenerative non avremmo il diritto di dire la nostra negli atti ufficiali della Chiesa Cattolica ? Abbiamo una sperimentazione in atto, e non se ne sa nulla. Non sarebbe meglio informare e dare la possibilità di valutare in autonomia, piuttosto che mettere a tacere tutto ? Chi lo spiega alla bambina tedesca guarita dalla leucemia che, se la Germania avesse avuto le stessi leggi italiane, oggi non sarebbe viva ?

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