Armageddon !

In questi giorni sta rimbalzando su tutti i giornali la notizia dell’incontro ravvicinato con l’asteroide AN52. Al solito, per dare la massima risonanza possibile ed attrarre il lettore distratto, non mancano i toni enfatici a rimarcare il tutto.

Consigliamo questo articolo di Luca Nobili che intervista Giovanni Valsecchi, astronomo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAFIASF) di Roma ed esperto in materia di asteroidi. Spiega Valsecchi che i passaggi di corpi celesti di piccole dimensioni all’interno dell’orbita Terra-Luna sono all’ordine del giorno e che l’asteroide AN52 è una roccia di circa 3 metri di diametro, ben lontani dalle mastodontiche dimensioni annunciate su varie testate. Un grosso masso che, nella peggiore delle ipotesi, arriverebbe a sbriciolarsi a contatto con l’atmosfera regalando al più un bellissimo spettacolo pirotecnico.

Gli effetti del cinema sull’immaginario collettivo, si sa, sono importanti, duraturi e lasciano una traccia indelebile nella cultura di massa. Film come Deep Impact ed Armageddon, datati 1998, hanno fatto sedimentare una idea piuttosto rocambolesca sulle possibili tecniche di intercettazione di un asteroide in rotta collisione con la terra, a suon di bombe atomiche ed esibizioni muscolari “all’americana”.

Ricorda Valsecchi che, invece, il miglior modo è l’approccio “cinese” cioé quello di usare la stessa energia del corpo celeste per deviarne la traiettoria. Un corpo dotato di velocità, per il fatto stesso di essere in moto, ha in sé una certa quantità di energia, l’energia cinetica, che in ogni momento si manifesta attraverso una componente “istantanea” detta quantità di moto.

La quantità di moto di un corpo è data dal prodotto massa per velocità che, nel caso di un asteroide, è tutt’altro che trascurabile ma non eccessivamente grande da non poter essere modificata. Impattando l’asteroide con un corpo di massa anche piccola, ma dotato di alta velocità, come in un gioco di biliardo spaziale, è possibile deviarne la traiettoria.

Le tecniche di “difesa” dagli asteroidi si basano su questo principio e la missione Deep Impact della NASA, dal nome infelicemente identico all’omonimo film, ha dimostrato che abbiamo la tecnologia sufficiente per giocare al tiro al bersaglio cosmico.

Frammentare l’asteroide in rotta di collisione con una potentissima bomba atomica, dice Valsecchi, esporrebbe ugualmente la terra a rischio di collisione con uno dei frammenti. Meglio, invece, deviarne la traiettoria trasferendo energia cinetica sul corpo già in moto.

Insomma, siamo salvi …

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