Una visione del mondo basata sui fatti: GapMinder (parte 1)

La rete, si sa, è sempre ricca di sorprese. Navigando qua e là incappiamo nel sito GapMinder, che fornisce statistiche gratuite su una grande quantità di indicatori. Il sito nasce da una iniziativa no-profit dello svedese Ola Rosling, nel 2005, con l’intento di fornire un tesoro informativo gratuito per costruire una conoscenza basata sui fatti.

GapMinder non espone commenti, ma dati che possono essere usati come fonte per iniziative di sviluppo di vario genere. E’ un progetto lodevole perché un tool statistico disponibile online consente a tutti noi di analizzare i fatti a partire dalle misurazioni vere e proprie.

Sul sito è possibile ottenere informazioni su indicatori in diverse categorie, tutte essenziali per un approccio consapevole alla realtà moderna: sanità, demografia, lavoro, ambiente, economia, energia, infrastrutture, società e molto altro. Avere accesso a queste informazioni è di grande importanza per il cittadino. E’ solo essendo informati che possiamo condurre le nostre scelte in modo razionale e, soprattutto, non manipolabile dalle esigenze del potente di turno.

Gli indicatori di GapMinder possono essere visualizzati mediante una interfaccia online che ne costruisce il grafico disegnandone l’andamento temporale e, se lo desideriamo, comparandolo con altri paesi del mondo. I dati possono essere scaricati ed elaborati per ottenere metriche più sofisticate, come ad esempio le correlazioni tra dati statistici.

Alla faccia del luogo comune che dipinge la statistica come noiosa, GapMinder offre informazioni davvero preziose. Abbiamo iniziato con un primo grafico semplice semplice, che riporta l’età media della popolazione italiana dal 1950 ad oggi e abbiamo visto che il nostro paese sta invecchiando con una certa rapidità: l’italiano medio di 60 anni fa era poco più che venticinquenne, mentre oggi è poco più che quarantenne e, nel 2030 arriverà a 50 anni. Un raddoppio netto in ottant’anni.

Sappiamo che la popolazione italiana è più o meno stabile, in numero, attestandosi sui 60 milioni di individui, ci siamo quindi chiesti quanto questo fenomeno sia dovuto all’attesa di vita della popolazione, che è cresciuta di una decina di anni dal 1960 ad oggi: da 70 ad 82 anni circa. Non è, ed era ovvio, l’aumento dell’attesa di vita a giustificare, da solo, l’incremento dell’età media.

Un altro grafico illustra in modo chiaro la radice del fenomeno: la diminuzione del tasso di nascita, in caduta libera dall’Unità d’Italia (5,5 figli in media) ad oggi (1,4 in media).

C’è da attendersi che una tale dovizia di dati possa regalarci sicure sorprese ed informazioni in controtendenza rispetto a quanto l’informazione tende a propalare. Ne parliamo nel prossimo post, nel frattempo non vi resta che giocare un pò con i grafici di GapMinder.

Ne scoprirete delle belle …

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