Una visione del mondo basata sui fatti: GapMinder (parte 2)

Nel post precedente abbiamo introdotto l’interessante sito GapMinder ed il tesoro di informazioni statistiche che è possible reperirvi. Abbiamo provato ad analizzare il fenomeno demografico dell’aumento dell’età media della popolazione italiana, ricercando dati in modo mirato e, attraverso il sito, abbiamo visto che è possibile ottenere informazioni che consentono una valutazione piuttosto precisa.

Ci siamo quindi chiesti se il continuo allarme sicurezza, continuamente riportato all’attenzione del cittadino da parte dei media, sia giustificato. Le sensazioni di mancanza di sicurezza sono fortemente correlate con la stabilità del governo in carica, sono stati pubblicati diversi studi in merito. Uno sguardo critico ai dati statistici demolisce in modo impietoso questa strategia.

Per analizzare la questione, non resta che avvalerci delle informazioni contenute in GapMinder. Nell’arco di tempo che va dal 1951 al 2008, il numero di omicidi per centomila abitanti oscilla, intorno ai 0,3, cioè 3 omicidi per milione di abitanti con un picco negli anni ’90 ed un lento declino fino ad oggi. Il dato sull’omicidio è, quindi, in declino. Certo, si può obiettare che la microcriminalità ed il fenomeno dell’immigrazione siano altrettanto importanti per la percezione di sicurezza, ma sarebbe interessante avere questi dati, piuttosto che un commento genericamente allarmista.

Anche sul fronte della sicurezza stradale le cose vanno molto meglio, con un tasso di mortalità ridotto da 20 a 10 decessi per 100.000 abitanti dal 1970 ad oggi, con un netto ritorno alle condizioni di mortalità degli anni ’50, a dispetto di un parco automobilistico praticamente decuplicato. E sarebbe sorprendente che non fosse così: con l’evoluzione tecnologica le automobili sono dotate di dispositivi attivi e passivi di sicurezza da far impallidire i migliori veicoli del decennio scorso.

Ma come va l’Italia rispetto al resto d’Europa ? GapMinder offre strumenti di comparazione molto efficaci e ne abbiamo approfittato per confrontare il numero medio di anni passati sui banchi di scuola. Italia, Grecia e Spagna sono il fanalino di coda con 10 (Italia e Grecia) e 8 (Spagna) anni. La Repubblica Ceca è in testa con oltre 13  anni di scolarizzazione per individuo, davanti al Regno Unito. Va detto che Grecia e Spagna hanno colmato il gap, negli anni addietro, dimostrando un tasso di crescita superiore al nostro e ci stanno rapidamente “tallonando”.

Lo stesso fenomeno è evidenziato anche dal tasso di alfabetizzazione, in crescita molto più rapida negli altri due paesi ma che vede, comunque, l’Italia nelle retrovie rispetto al resto d’Europa, pur sfiorando un rispettabilissimo 99%.

Di materale su GapMinder ce n’è a sufficienza per analisi ben più sofisticate, come ad esempio la correlazione statistica, cioè la dipendenza tra indicatori, che è in grado di fornire informazioni preziosissime sullo stato di salute di un paese.

La statistica è tutt’altro che noiosa e torneremo ad occuparcene in post successivi. Nel frattempo, non resta che incoraggiare il lettore ad esplorare in autonomia la miniera di informazioni a propria disposizione e farsi una opinione basata su misurazioni di fatti, piuttosto che sulle opinioni degli altri.

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