Il cellulare aumenta il rischio di cancro? La ricerca della IARC

La rivista scientifica New Scientist ha pubblicato le interessanti conclusioni di un team di 31 esperti dopo una conferenza-fiume di una settimana, tenutasi a Lione, in Francia presso la World Health Organization’s International Agency for Research on Cancer (IARC).

La conclusione, vaga ma da non sottovalutare, è stata che esistono riscontri “limitati” sull’incidenza dell’uso del telefono cellulare rispetto all’insorgenza di tumore maligno, pari a ben il 40%. Questo aumento di rischio è, rilevano i ricercatori, relativo agli utenti che fanno uso prolungato del cellulare per un periodo di almeno 10 anni, impegnandosi in telefonate di almeno 30 minuti continuativi.

Il responsabile del programma editoriale della IARC, Kurt Straif, parla espressamente di aumento di rischio di gliomi e neuromi del nervo acustico. I neuromi del nervo acustico, aggiunge NewScientist, hanno una incidenza di per sé molto bassa, circa un caso su centomila e il 6-10% di tutti i tumori. I gliomi invece sono invece molto più frequenti, circa il 60% dei tumori cerebrali negli USA.

E’ quindi sicuro usare il cellulare ? Il Dott. Straif asserisce che l’utilizzo di un telefonino “a distanza”, come l’invio di messaggi di testo o l’utilizzo di auricolari riduce già di per sé il rischio di 10 volte. Sta quindi al consumatore, ribadisce Straif, decidere quali misure precauzionali adottare nell’utilizzo degli apparecchi radiomobili, sollecitando  comunque le istituzioni governative alla produzione di chiare linee guida, supportate da un adeguato piano di comunicazione.

Le sperimentazioni e le ricerche su precedenti lavori statistici, condotte in parallelo da Jonathan Samet della University of Southern California e da Lennart Hardell della Örebro University in Svezia hanno comparato l’incidenza dei gliomi su campioni di popolazione che ha usato impianti di telefonia cellulare tra il 1997 e il 2008, con il chiaro riscontro di un rischio di neuroma acustico quadruplicato nelle popolazioni che hanno fatto uso di telefoni cellulari di tipo analogico, dismessi ormai all’inizio del decennio scorso.

NewScientist riporta che, ad oggi, non risultano riscontri diretti di causa ed effetto che dimostrino come un livello basso di radiazioni, tipo quello emesso da un cellulare, siano effettivamente sufficienti a produrre alterazioni del DNA. Lo stesso Kurt Straif parla di elementi contraddittori e poco chiari rispetto alla ricerca in tal senso ma afferma anche che questa ricerca porterà in ogni caso ad un nuovo livello di consapevolezza nell’uso dei cellulari.

Aggiungiamo noi, nel nostro piccolo, che l’uso dei telefoni cellulari è ormai diventato parte integrante della nostra vita e che, in ogni caso, esattamente come avviene quando indossiamo la cintura di sicurezza per proteggerci o beviamo un goccio di un superalcolico, non può prescindere da una consapevolezza che, prima di tutto, passa per la corretta informazione.

Sarebbe gravissimo se, anche in questo caso, la palla dell’informazione rispetto a temi così cruciali per il business sia lasciata a noi blogger.

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