Google Adsense: un inganno planetario ? (parte 2)

C’è tanto ancora da dire, quindi andiamo dritti al punto della vicenda Adsense, senza riassunti, e torniamo a me: ho aderito al programma Google Adsense da due anni e, come sapete, LidiMatematici nasceva nel frattempo come piattaforma hosted gratuitamente su wordpress, nel novembre 2010. I consensi, grazie a voi lettori, sono aumentati rapidissimamente: 3000 visite il primo mese, 70 mila il primo anno e, ad oggi, circa 190 mila. A quel punto ho deciso di convertire LidiMatematici in dominio. Una soluzione onerosa, in termini economici e di tempo, ma che sarei stato in grado di sostenere economicamente proprio grazie a Google Adsense.

Nel frattempo, infatti, il mio video di YouTube aveva cumulato poco più di 90 euro di guadagni, in un tempo davvero lungo, pochi centesimi di euro al mese che ho tenuto da parte nel conto di Adsense, senza mai farmi pagare. Questa scelta, che molti altri blogger hanno fatto, è proprio ciò che consentirà a Google di … sparire senza pagare il conto! Ma andiamo avanti.

Nel frattempo, Google mi ha invitato più e più volte ad usare la piattaforma a pagamento Adwords, inviandomi bonus sempre crescenti: prima 25€, poi 50€, poi 75€. Alla fine  decido di accettare, aderendo all’iniziativa. Mi registro su Adwords e creo la mia prima campagna di marketing, iniziando così a pubblicizzare LidiMatematici sui banner di Google.

Ad un mese di distanza, i due account Adsense e Adwords vanno chiaramente a due velocità. Mentre LidiMatematici generava un profitto di circa un euro al giorno, il mio account Adwords consumava rapidissimamente il credito in meno di venti giorni.

Capite il gioco ? Da una parte Google incassa i soldi dalle pubblicità degli inserzionisti a pagamento, e dall’altra deve pagare i siti web che espongono la pubblicità. I due canali procedono a due velocità diverse: i profitti aumentano in ragione di poche decine di centesimi al giorno, e le spese invece di decine di euro, sempre al giorno. A guadagnare, in tutto il gioco, è sempre Google.

Attenzione però: i soldi vengono incassati da Google immediatamente all’atto della sottoscrizione di Adwords, mentre i pagamenti vengono regolati in un momento successivo. Per una moltitudine di piccoli blogger come me, poi, i pagamenti sono addirittura sospesi – volontariamente sia chiaro – perché non ha senso farsi mandare in banca pochi spiccioli. Siamo davvero in tanti ad aver preferito aspettare che si cumuli un piccolo gruzzoletto: cento – duecento euro, prima di passare all’incasso.

Ora, sarà un caso, ma nel mio caso venerdì 13 aprile esaurisco il credito di 75€ di bonus Google Adwords, e quindi i miei annunci vengono sospesi, e lunedì 16 aprile mi trovo il conto di Adsense chiuso. E il modesto bilancio in euro cumulato se ne è andato in fumo. Da un giro in internet si riscontra che lo stesso gioco è stato fatto a decine di migliaia di persone. La scusa è sempre la stessa, così come identica per tutti è la lettera con cui Google comunica la chiusura del conto:

Dopo aver esaminato i dati relativi al suo account AdSense, abbiamo stabilito che il suo account costituisce un rischio perché genera attività non valide. Poiché è nostra responsabilità proteggere gli inserzionisti AdWords da aumenti artificiosi dei costi dovuti ad attività non valide, abbiamo ritenuto necessario disattivare il suo account AdSense.

In pratica la lettera insinua che il proprietario del sito avrebbe lucrato pochi spiccioli di euro cliccando sui banner del proprio stesso sito. La ricerca su internet dimostra che la strategia è perfetta: chiudere la miriade di piccoli conti da centinia di euro e, così, battere cassa facilmente.

Eh si, perché dal lancio di Adwords – Adsense, se è vero che Google ha intanto incassato con Adwords in anticipo, prima o poi dovrà corrispondere tante piccole quote proprio a quelle centinaia di migliaia (se non milioni) di piccoli siti che sono stati indotti ad aderire alla campagna per favorire il lancio su scala planetaria di un sistema più che redditizio per il colosso di Mountain View.

Lo schema della chiusura, in tutti i casi, funziona così:

  1. Google chiude il conto e taglia via gli accessi alle pagine di consuntivo. L’utente non può più loggarsi.
  2. L’utente viene accusato senza prove a supporto, e non è neanche in grado di contattare l’azienda, tranne attraverso il modulo di ricorso.
  3. Google attende un periodo variabile, e poi invia una lettera il cui passaggio chiave recita:

 (…) dopo aver attentamente riesaminato i dati del suo account e preso in considerazione i suoi commenti, i nostri esperti ci hanno confermato che non possiamo ripristinare il suo account AdSense.

Senza ulteriori informazioni, né giustificazioni. La scusa è che gli utenti sono fraudolenti, e quindi vanno estromessi dalla comunità. Tuttavia, lo stesso utente non viene espulso dal programma Adwords.

A questo punto, due domande sono chiave:

Se l’utente è fraudolento, perché viene espulso da Adsense e non da Adword ?

Perché Google ha interesse a chiudere i conti ?

A domenica, con la terza ed ultima parte della mini-inchiesta.

 

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4 risposte a Google Adsense: un inganno planetario ? (parte 2)

  1. Annalisa Purpura scrive:

    Inutile dire che sto comportamento è vergognoso…

  2. Pingback: Google Adsense: un inganno planetario ? (parte 3) | LidiMatematici

  3. Pingback: Google AdSense è un inganno planetario? « lituopadania

  4. Purtroppo accade questo quando vi è un monopolio, ma per fortuna io riesco ancora a guadagnarci bene

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