Arriva in Italia il Kung Fu Shaolin del Tempio di Henan

Il Kung Fu è una disciplina marziale che affonda le radici nella storia dell’umanità. Negli anni ’70, grazie ai film di produzione orientale, si è diffuso al livello planetario riscuotendo un grande successo ed apprezzamento.

L’arte del Kung Fu nasce in modo del tutto spontaneo: ogni regione, provincia e famiglia cinese ha sviluppato, nel corso dei millenni, un proprio stile. E chi vuole conoscere il “vero” Kung Fu non può fare altro che andare in Cina.

Fino a ieri: perché, grazie al successo sempre crescente, Shi Yongxin, Reverendo Abate del Monastero Shaolin di Henan, ha deciso di inviare i propri monaci guerrieri migliori a diffondere la cultura e la pratica dello Shaolin in Europa.

Il rappresentante in Italia è Shi Yan Hui, monaco guerriero di 34a generazione, che ha rapidamente affiliato un numero sempre crescente di scuole di arti marziali italiane. Vedere in azione Shi Yan Hui rende appieno l’idea della dedizione di un monaco guerriero a quest’arte straordinaria:

Data l’incredibile opportunità di avere il Tempio Shaolin in casa, in pochissimo tempo le iniziative si sono rapidissimamente moltiplicate. Dalle dimostrazioni in occasione del Capodanno Cinese, alle collaborazioni con le Università Italiane, fino ad un incontro ufficiale dell’Abate Shi Yongxin e di Shi Yan Hui con il Papa e i massimi rappresentanti del Governo Italiano.

L’associazione costituita da Shi Yan Hui è Shaolin Quan Fa, e il numero di palestre affiliate è in costante aumento, con sedi attualmente a Roma, Milano, Perugia, Assisi, Firenze, Vasto, Acilia.

Spiega Shi Yan Hui che il Kung Fu non è una pratica marziale violenta, ma una severa disciplina di equilibrio. Solamente alcuni studenti, infatti, si avvicinano al Kung Fu da combattimento, il sanda. La maggiorparte si dedica alla disciplina delle forme, sequenze di movimenti di grande armonia ma anche di notevole complessità che, spiega il monaco guerriero, devono seguire quattro capisaldi:

  • Jin (lo spirito): l’intenzione mentale di chi esegue la forma.
  • Qi (l’energia): l’energia interiore, ma anche fisica, impiegata in modo modulato nell’eseguire le sequenze.
  • Shen (il “sapore”): la modulazione dei movimenti, ad esempio veloci o lenti, elastici o esplosivi, rende la forma viva ed espressiva, cioè dotata di Shen, il “sapore”, appunto.
  • Li (la forza): ogni movimento deve essere eseguito con il giusto “tipo” di forza, come ad esempio quella statica, che consente di mantenere ferma la propria posizione, o dinamica per lo sfruttamento dell’energia dell’avversario.

Il Kung Fu Shaolin insegnato dal Tempio di Henan non è quindi una mera attività sportiva, ma un vero percorso di crescita individuale. Per gli appassionati è sicuramente un’occasione da non perdere: Shi Yan Hui organizza, una volta l’anno in estate per i migliori allievi dei corsi nelle scuole italiane, viaggi studio di due settimane presso il Tempio Shaolin di Henan.

E’ sicuramente un periodo difficile per l’integrazione delle diverse culture che, spesso, ci fa vedere lo “straniero” con grande diffidenza. Ma la multiculturalità è anche arricchimento, e l’associazione Shaolin Quan Fa ne è un esempio davvero mirabile.

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5 risposte a Arriva in Italia il Kung Fu Shaolin del Tempio di Henan

  1. Terenzio scrive:

    Avrei sempre voluto iniziare. Ora sono arrivato ai 30 anni e mi chiedo se sia troppo tardi, visto che il corpo perde elasticità e capacità di recupero.
    Credevo comunque, magari erroneamente, che monaci Shaolin in Italia avessero già aperto scuole da diversi anni… così mi era stato raccontato, almeno.

  2. Pingback: Vaggio al Tempio Shaolin: oggi è possibile grazie all’associazione Shaolin Quan Fa | LidiMatematici

  3. Antonio scrive:

    Ma dove posso trovarvi?

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