A Cagliari la conferenza di computergrafica Eurographics 2012

Videogiochi e computergrafica non sono solamente intrattenimento puro, ma anche sofisticatissimi modelli matematici. Il realismo degli effetti al computer, cui ormai siamo pienamente abituati, è frutto di un lavoro di ricerca incessante in grado di mettere sul banco di prova i cervelli più raffinati.

Da oltre trent’anni, ricercatori di università ed imprese private si riuniscono per discutere le nuove teorie ed applicazioni della computer grafica in diversi eventi attorno al mondo. Eurographic è una conferenza di altissimo livello patrocinata dalla European Association for Computer Graphics che, e non poteva essere altrimenti, gode di una viva partecipazione di team di ricerca italiani. Cagliari è un importante polo tecnologico e di ricerca in merito alla computer grafica e la conferenza di quest’anno non ha mancato di ribadire questo importante ruolo.

Ad organizzare l’edizione 2012 della prestigiosa conferenza, dal 13 al 18 maggio scorso, due prestigiosi partner ben radicati nel cagliaritano: CRS4 Visual Computing e l’Università di Cagliari. Un successo anche nei numeri: 400 partecipanti da tutto il mondo e venti espositori di livello internazionale, tra cui  NVIDIA, Konica Minolta, HP, e diversi altri importanti player  nel mercato della computer graphic.

Una occasione importantissima di confronto tra enti di ricerca ad altissima specializzazione ed aziende. E’ fondamentale sottolineare che i ricercatori e le aziende attive in campi così di nicchia non sono solamente internazionali, come saremmo portati a pensare. Ne sono due esempi notevoli Sardegna Ricerche, ente regionale per il finanziamento della ricerca, e la stessa organizzatrice CRS4, ente di ricerca con base a Cagliari.

Film come Avatar, o videogiochi come Call Of Duty, dimostrano l’incredibile potenzialitàdelle tecnologie relative alla computer grafica. Realismo al limite della perfezione, mondi assolutamente di fantasia che possono essere resi tangibili attraverso sofisticate tecniche di modellazione e rendering. Tecniche tutto  fuorché banali che richiedono raffinate conoscenze di matematica, geometria e calcolo.

Questi temi hanno tenuto banco ad Eurographic 2012, con pregevoli interventi di università ed aziende, come ad esempio il seminario di Paul Debevec dell’Institute for Creative Technologies dell’Università del Sud California. Debevec, consulente di importanti produzioni cinematografiche come Avatar e Spiderman, ha illustrato i modelli alla base della costruzione di “attori digitali”. Proprio quelle incredibili creature che abbiamo visto, con grande stupore, al cinema.

Jacopo Pantaleoni, di NVIDIA, leader di mercato nella produzione di schede grafiche per computer, ha invece discusso le applicazioni di modelli di calcolo parallelo in ambito computer graphics. Chi di noi ha vissuto la storia dell’home computing è ben cosciente di quanto sia oneroso, in termini di potenza di calcolo richiesta, il processo di “rendering”, ovvero di elaborazione di posizione e colore degli elementi geometrici che costituiscono le forme visibili. Il calcolatore deve infatti  trattare una enorme mole di dati per ciascun oggetto in movimento e deve determinarne non solo la posizione in ogni istante, ma anche l’illuminazione e il colore, in funzione del materiale di cui l’oggetto stesso è costituito, tenendo conto delle riflessioni di luce nell’ambiente circostante. La quantità di dati richiesta per una elaborazione di questo genere è enorme e un solo microprocessore non basta. Il calcolo parallelo è una branca della scienza dei calcolatori che definisce proprio i modelli teorici di assegnazione di compiti specifici a macchine dotate di processori multipli.

Gli stand di Eurographic hanno catalizzato l’interesse dei visitatori grazie anche alla Virtual Room, che ha ospitato un sistema di proiezione di modelli tridimensionali attraverso due proiettori ad altissima risoluzione. E’ davvero interessante rilevare che alla conferenza hanno partecipato diverse realtà italiane, tutte operante in un’area di mercato estremamente innovativa, competititiva e di nicchia. Non dovremmo mai stancarci di ribadire che solo dalla ricerca può nascere innovazione e che la ricerca non è “a fondo perduto”. A fare da testimone, tanto per fare un esempio, è Gexcel, azienda nata da uno spinoff universitario ed operante nel settore delle tecnologie di georeferenziazione.

E’ difficile, molto difficile, portare sul mercato una idea innovativa e tecnologicamente avanzata, soprattutto in questo periodo di crisi. Ed è anche difficile trovare spazi e risorse per il confronto e la condivisione. C’è crisi, è vero, ma quando si porta valore, in territorio italiano e grazie alle competenze italiane,  è di vitale importanza che queste iniziative siano portate all’attenzione del grande pubblico.

 

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