Nuove difficoltà per i creazionisti: la scoperta di Border Cave

Meno male che c’è NewScientist. Questo articolo riporta una scoperta molto importante per la ricostruzione della storia dell’uomo e della sua evoluzione, sia dal punto di vista biologico che tecnologico.

La scoperta, che dobbiamo a due team guidati dai migliori cervelli italiani in fuga, dimostra che la cultura moderna è iniziata contemporaneamente in Europa ed in Sud Africa. La prima era “tecnologica” dell’umanità è il Paleolitico Superiore, cioé il periodo comunemente datato in Europa a circa 45.000 anni fa. Le ultime evidenze archeologiche mostravano che in Sud Africa erano presenti comunità di Homo Sapiens dotati di un grado di avanzamento tecnico riconducibile alle tecniche del paleolitico fino a circa 22.000 anni fa, molto più in là rispetto alla datazione riscontrata dalle recenti scoperte.

Il team di Paola Villa, dell’Università del Colorado, operando per conto del Museo di Storia Naturale di Boulder ha scavato in profondità presso Border Cave in Sud Africa e ha scoperto che le tecniche di fabbricazione degli utensili tipiche del Paleolitico Superiore sono riscontrabili già 44.000 anni fa. Una datazione in linea con gli stessi reperti trovati in Europa. I reperti sono assolutamente caratteristici del Paleolitico: punte di lancia in pietra, archi e frecce in osso.

Contemporaneamente, il team guidato da Francesco d’Errico dell’Università di Bordeaux, in Francia, ha trovato resti organici presso Border Cave che suggeriscono una datazione simile. Si tratta di resti organici ad uso ornamentale, come perle di uova di struzzo o cera d’api usata come collante e avvolta in fibre. Se confermata, la scoperta rappresenterebbe il primo reperto che testimonia l’era “tecnologica” moderna delle comunità umane di cacciatori del Paleolitico Superiore.

Commenta NewScientist che i riscontri di Cave Border dimostrano in modo lampante il processo evolutivo umano, non solo biologico, ma anche tecnologico. I riscontri di Paola Villa vanno in controtendenza rispetto alle datazioni moderne, suggerendo che il passaggio al neolitico sia stato molto più graduale. In ogni caso, le comunità umane hanno dimostrato un processo evolutivo comparabile e del tutto indipendente, le une dalle altre.

E’ importante ricordare che queste comunità di umani sono costituite da nostri parenti prossimi, non ancora Homo Sapiens Sapiens, cioé da uomini di CroMagnon. Come sempre, la notizia in Italia non trova alcuna eco, e possiamo anche capire il perché: di nuovo, ogni scoperta riconducibile all’evoluzionismo è tenuta ben nascosta alla cultura dominante. Mentre gli scienziati impazziscono per le ricostruzioni di come dovrebbero apparire, fisicamente, i nostri progenitori, per le gerarchie ecclesiastiche sarebbe decisamente imbarazzante dover anche solo pensare che Adamo ed Eva fossero stati meno belli dell’immancabile stereotipo biondo con gli occhi azzurri.

 

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