Nobel per la medicina alla ricerca sulle staminali

Il Nobel per la Medicina e Fisiologia di quest’anno rappresenta una tappa importantissima per tutta l’umanità. Due scienziati, l’inglese John Gurdon e il giapponese Shinya Yamanaka hanno ricevuto il premio per le loro ricerche sulle cellule staminali adulte, e l’incredibile possibilità di convertirle in cellule di qualsiasi parte del corpo.

Il comitato per l’assegnazione del Nobel, giustamente, commenta questa scoperta come rivoluzionaria per l’intera scienza. E pensare che, come accadde per Albert Einstein, il primo professore di biologia del prof. Gurdon aveva bollato la passione dell’allora studente quindicenne biologo in pectore come una perdita di tempo. E infatti …

Ma cosa c’è di così rivoluzionario nel lavoro di Gurdon e Yamanaka?  Al concepimento le cellule sono tutte identiche, prive di qualsiasi livello di specializzazione. E’ solamente nel momento in cui si moltiplicano che ciascuna si specializza in un tipo di tessuto specifico.

Ce ne siamo occupati più volte in LidiMatematici, la potenza delle cellule staminali embrionali è proprio quella di potersi specializzare virtualmente in qualsiasi tipo di tessuto. Fino a pochi giorni fa gli scienziati erano convinti che, una volta specializzata, una cellula non si potesse più riprogammare.

E’ stato lo stesso Gurdon, ben cinquant’anni fa, a dimostrare che una singola cellula di un intstino di una rana conteneva il codice genetico per ricostruire l’intero organismo della rana. E’ grazie a questa scoperta che fu possibile il celebre esperimento di clonazione della pecora Dolly.

Alle porte del duemila Yamanka ha condotto ulteriori esperimenti in cui ha dimostrato la possibilità di rifar partire il programma genetico, contenuto nella cellula, da zero. Aggiungendo quattro geni, specificamente selezionati, lo scienziato giapponese è stato in grado di ritrasformare una cellula formata, adulta, in una staminale pluripotente.

Il lavoro dei due scienziati ha rivoluzionato la concezione del processo di crescita degli organismi perché consente praticamente di riportare indietro le lancette dell’orologio biologico delle singole cellule, ritrasformando le cellule adulte in staminali, cioé cellule embrionali in grado di cambiare struttura al contatto con tessuti di cellule di altro tipo, convertendosi in un  tipo di cellula identico.

Gli sviluppi in medicina sono molteplici: lo scenario -fino ad oggi fantascientifico- di prendere una cellula di un organo sano adulto, riportarla allo stato staminale non specializzato e impiantarla per riparare il tessuto di un organo malato, diventerebbe invece più che plausibile.

Questo Nobel è davvero importante perché le ricerche sulle cellule staminali in Italia  sono sistematicamente ostacolate dalla Chiesa Cattolica. Scienziati di tutto il mondo hanno dimostrato ampiamente come a partire dalle cellule staminali pluripotenti umane, quelle prelevate da embrioni umani, sia possibile generare cellule di tessuti di vario tipo, applicabili praticamente a tutto il corpo umano per riparare i danni da malattie gravissime come infarti, ictus, malattie polmonari e così via.

Nonostante si potrebbe, con le staminali, alleviare le sofferenze di milioni di pazienti, la posizione della Chiesa Cattolica è di aperto diniego all’impiego delle cellule staminali embrionali umane, proprio perché prelevate dall’embrione. Sarebbe auspicabile che questi ostacoli culturali vengano rimossi il più presto possibile, consentendo la ricerca sulle staminali embrionali anche in Italia.
Yamanaka e Gurdon, con questo prestigiosissimo Nobel, hanno dimostrato la possibiltà di usare cellule staminali adulte, gettando così le basi per la soluzione di questa difficile impasse.

 

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