Alan Turing e le Macchine Pensanti (parte 2)

Riprendiamo il post su Alan Turing, il brillante matematico e filosofo inglese cui dobbiamo molta parte dell’informatica teorica.

A lui dobbiamo il test omonimo: il Test di Turing è il primo tentativo di valutare le capacità di una macchina di adottare un comportamento intelligente, equivalente o indistinguibile a quello di un essere umano. Introdotto da Alan Turing nel suo saggio del 1950 “Computing Machinery and Intelligence“, rappresenta il primo approccio sistematico alla valutazione delle facoltà di ragionamento delle macchine, centrale nell’Intelligenza Artificiale. Turing apre il suo saggio con una domanda che fa venire i brividi al mondo intero:

“Propongo di considerare la questione: le macchine, possono pensare ?

Il Test di Turing è rivolto ad una macchina programmata per sostenere un dialogo con un essere umano, tramite del testo scritto in forma di domande e risposte. Macchina ed umano vengono separati in due luoghi distinti e un giudice, ovviamente umano, deve valutare quali domande e risposte provengono dalla macchina e quali dall’essere umano. Se il giudice non dimostra di saper distinguere la macchina dall’umano, cioé sbaglia un numero di volte comparabile nel suo giudizio, allora la macchina passa il test. Che una macchina si possa ritenere “intelligente” o “pensante”, avendo passato il Test di Turing, è stato ed è tutt’oggi oggetto di accesissima discussione. Ciò nonostante, la vicenda rende appieno quanto sia visionario il brillante matematico inglese.

Negli anni ’50 il lavoro di Turing prosegue, ma stavolta nell’ambito dei modelli matematici sottostanti i processi biologici e fisici. Nonostante i grandiosi successi viene però arrestato come omosessuale, nel 1952, con tanto di revoca del Certificato di Sicurezza. In pratica, Alan Turing viene bollato come una minaccia per la nazione, a dispetto dei servigi resi alla comunità. Muore suicida avvelenandosi con il cianuro, il 7 giugno del 1954.

Le scuse e la riabilitazione tardiva da parte del governo britannico arrivano solamente nel 2009. Così, Gordon Brown:

(…) un matematico molto brillante (…) il cui contributo unico nel suo genere ha contribuito a cambiare le sorti della guerra (…) terrificante di essere stato trattato in modo disumano (…)

 

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