Il 2013 è cominciato con una esperienza poco simpatica: un borseggio. Già, ero sull’autobus e sono stato “buggerato” proprio come un fessachiotto. Manolesta, e il telefonino, un iPhone che stava illusoriamente al sicuro nella tasca della mia giacca, è sparito.
Al di là del danno in sé, la vicenda ha dimostrato come le nuove tecnologie consentano di mettere in atto delle vere e proprie strategie investigative “a la carte”. E’ stato un attimo: una volta capito cosa era successo ho potuto localizzare il telefono mediante il GPS interno, ed inviare un messaggio al malfattore.
Malfattore che, ovviamente, si è degnato di non rispondere (e che malfattore sarebbe, sennò). Nonostante tutto, ho potuto individuare il telefonino con una precisione incredibile, geolocalizzarlo, cioè mostrarne la posizione su una mappa e bloccarlo a distanza.
L’applicazione che mi ha consentito di fare tutto ciò è Trova il Mio iPhone. Alla faccia della privacy mi sono reso conto che finché portavo il telefono addosso potevo essere rintracciato in qualsiasi momento e in qualsiasi posizione fossi, purché alla portata dei satelliti.
Da qualsiasi terminale connesso ad internet è possibile mostrare su una mappa stradale la data, ora e posizione geografica dell’ultima localizzazione del telefonino. Da lì è stato possibile impostare il telefono in “modalità smarrito”, il che lo ha reso praticamente un mattone. Ho avuto quindi il tempo di recarmi presso il provider di servizi di telefonia e bloccare la scheda SIM e di farmene fare una copia, immediatamente usabile su un altro telefonino. Poi mi sono recato ai carabinieri per sporgere denuncia. Con la denuncia in mano sono tornato dal provider di telefonia e bloccato l’IMEI, il codice unico di identificazione del terminale.
Telefono rubato alle ore 13, bloccato alle 13:10 e definitivamente bandito dai servizi di telefonia mobile alle 13:30. Da lì a tornare sul luogo del misfatto è stato semplice, il che mi ha consentito di identificare il borseggiatore con estrema facilità e fornire i relativi dettagli alle forze dell’ordine.
Tanta potenza tecnologica è stata purtroppo inutile, perché la legge – giustamente – non consente di fermare un ladro se non colto in flagrante. Insomma, il telefonino è andato perso, ma solo per vincoli legali.
E, a pensarci bene, non so se sia più terrificante il borseggio subito o la capacità di investigazione che regalano le nuove tecnologie …