Noam Chomsky e la linguistica computazionale

noam-chomskyVi sarà capitato ormai diverse volte di interagire con un computer, che ormai sta nel palmo della vostra mano in un comune smartphone, semplicemente parlando. In effetti, è un’esperienza davvero curiosa. Le macchine stanno lentamente imparando ad ascoltare, a rispondere e ad interagire con noi con  azioni appropriate.

Senza il lavoro di Noam Chomsky, linguista e filosofo americano nato a Filadelfia nel 1928, tutto questo oggi non sarebbe possibile. Il suo contributo fondamentale sta in una branca particolare della logica matematica, la linguistica computazionale (ce ne siamo occupati tempo addietro), che si occupa dei modelli matematici sottostanti al linguaggio.  Chomsky, professore emerito del MIT (Massachusetts Institute of Technology), ha presentato all’umanità il concetto di grammatica generativa, un risultato fondamentale per la linguistica computazionale e la nascita dei linguaggi formali, ovvero linguaggi con cui è possibile programmare un calcolatore.

Chomsky pubblica nel 1957Syntactic Structures” in cui, per la prima volta, si propone un approccio formale alla codifica delle strutture sintattiche. Da qui in poi sarà possibile parlare di linguaggi formali, contrapposti ai linguaggi naturali, ovvero le lingue comunemente usate dagli esseri umani. Chomsky descrive un metodo che rivoluziona completamente il trattamento dei linguaggi usando regole che consentono di generare frasi complesse.

Chomsky propone di codificare un insieme di regole che consente di costruire frasi del linguaggio, definendo la cosiddetta grammatica. L’applicazione di queste regole consente sia di generare frasi del linguaggio, sia di riconoscere la struttura di una frase e verificare se è corretta. Un approccio di questo genere è importantissimo perché consente di applicare regole formali per costruire o riconoscere frasi del linguaggio, con applicazioni vastissime.

La ricerca ha dimostrato che i linguaggi formali sono meno espressivi dei linguaggi naturali, ovvero possono esprimere concetti meno complessi ma, comunque, sufficientemente elaborati per formulare (e riconoscere) espressioni linguistiche significative.

Uno dei risultati diretti di questo lavoro è l’invenzione dei linguaggi di programmazione, linguaggi dalla struttura formalmente definita che consentono di programmare gli elaboratori elettronici e di far dialogare architetture di sistemi complessi. Il lavoro di Chomsky si spinge a definire quali tipologie di automi sono in grado di riconoscere le grammatiche per livelli di complessità crescenti: più la grammatica è in grado di generare linguaggi complessi, più complesso è la struttura della macchina necessaria a riconoscerla. Chomsky ha strutturato le grammatiche formali in quattro livelli, ciascuno comprendente le grammatiche del livello precedente. Questa strutturazione va sotto il nome di Gerarchia di Chomsky.

E’ un contributo importantissimo perché identifica i requisiti formali delle macchine calcolatrici in grado di riconoscere i linguaggi a vari livelli di complessità. Praticamente tutti i dispositivi complessi che utilizziamo oggi, dalla macchina di emissione dei biglietti ai calcolatori della Nasa utilizzano sistemi formali basati sul lavoro di Chomsky per gestire le proprie funzionalità e dialogare con gli esseri umani.

Entro la fine degli anni ’60, il contributo di Chomsky diviene presto fondamentale anche in linguistica (non computazionale) e in filosofia del linguaggio. In particolare, nel 1966 (Cartesian linguistics) Chomsky ipotizza che il cervello disponga di strutture innate espressamente dedicate al processo di codifica e decodifica del linguaggio. Questa ipotesi verrà confutata negli anni a venire ma, in ogni caso, l’importanza delle Grammatiche Generative di Chomsky resta immutata.

Noam Chomsky si è distinto anche per una prolifica attività politica, occupandosi a tutto tondo, sin dagli anni ’60, di un vasto spettro di temi di interesse socio-politico. E’ stato tra i primi intellettuali a prendere posizione contro la guerra del Vietnam, sui temi dell’anarchia e ad occuparsi del potere dei media e dell’influenza determinante dei mezzi di informazione. Si è occupato attivamente della Crisi nel Golfo a seguito dell’invasione del Kuwait, del terrorismo internazionale, della crisi Israelo-Palestinese, del ruolo della Scienza nella cultura moderna , di temi economici e di mercato e di un panorama vastissimo di altri temi di attualità politica, incluso il Nobel per la Pace ad Obama.

Share
Questa voce è stata pubblicata in Uomini e Donne e contrassegnata con , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a Noam Chomsky e la linguistica computazionale

  1. Pingback: Dire, Parlare, Comunicare: le pericolose sovrapposizioni tra il linguaggio dell’uomo comune e il soggetto con diagnosi clinica certa. | LidiMatematici

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *