Science Debate porta il dibattito scientifico sulla scena politica

SDlogoScience Debate è una organizzazione senza scopo di lucro nata negli Stati Uniti per sensibilizzare il mondo della politica rispetto ai temi scientifici. L’idea, nata nel 2007 da sei comuni cittadini, è davvero semplice: chiedere conto a chi esercita la politica di professione, ogni anno, dei propri orientamenti in tema scientifico. Come? Con delle semplici domande.

E’ così che un fisico,un biologo marino, un filosofo, un giornalista scientifico e due sceneggiatori sono riusciti a porre il tema scientifico nel congresso americano, ricevendo il consenso della Presidenza degli Stati Uniti. L’idea, nella sua semplicità, ha riscosso un consenso immediato, e decine di migliaia di scienziati, ingegneri, centinaia di università americane e diversi premi Nobel hanno risposto con grande entusiasmo. Una tale massa critica di figure di rilievo è stata in grado di porre in modo forte l’urgenza del dibattito tanto al Governo degli Stati Uniti quanto ai candidati alla presidenza. Ciascun candidato, e la stessa presidenza, si sono prodigati ampiamente a rispondere alle domande e l’iniziativa, proprio per questo motivo, ha prodotto un’ondata di interesse sempre crescente.

Da qui l’inevitabile intervento delle associazioni nazionali americane operanti nell’ambito della promozione e divulgazione scientifica come l’American Association for the Advancement of Science e il Council on Competitiveness, ha dato ancor più forza al dibattito, assicurandone una sempre maggior penetrazione sia nel tessuto sociale che tra le istituzioni governative.

L’idea di porre delle semplici domande non “alla politica”, in generale, ma agli uomini che fanno la politica si è rivelata vincente. E’ importante che il cittadino sappia quali sono gli orientamenti del singolo e come intende far fronte alle questioni inerenti i temi scientifici e il loro impatto sulla nazione. Le domande, soprattutto rivolte ai candidati alla presidenza, hanno quanto meno provocato la necessità di una presa di coscienza dei temi, sicuramente un ottimo passo in avanti.

Grazie ai consulenti scientifici, la maggior parte dei candidati ha quindi preso una posizione chiara e fornito una serie di risposte che, tacitamente, diventano non solo un impegno da una lato, ma anche una garanzia di consapevolezza. Le domande, divenute celebri come  “The Top 14 Science Questions Facing America“,  sono in breve divenute un importante terreno di confronto tra i candidati e, non ultimo, un sicuro fattore di consenso da parte dell’opinione pubblica. Rispondere è a tutto vantaggio degli stessi candidati: un sondaggio ha dimostrato che l’85% degli americani ritiene importante il dibattito scientifico.

Il testimone, in Italia, è stato raccolto dal settimanale Le Scienze che, meritoriamente e grazie al punto di vista privilegiato in materia di divulgazione scientifica, ha avuto la forza propositiva di portare il dibattito scientifico all’attenzione dei politici italiani, con 10 domande. Le primarie del centro sinistra sono state un primo banco di prova importante che dimostra come un dibattito nato in rete, attraverso il gruppo Facebook  Dibattito Scienza, che cresce rapidissimamente in termini di consenso tra gli internauti, sia in grado di raggiungere una massa critica tale da indurre alla partecipazione gli stessi personaggi della politica. Oggi le stesse domande sono state poste a tutti i candidati che si presentano alle prossime elezioni.

E’ un risultato eccezionale, che dimostra come la sola veicolazione dell’informazione sia un fattore distintivo delle democrazie più evolute. Per ora hanno risposto Bersani, Puppato, Renzi, Tabacci e Vendola e, siamo convinti, anche il resto del panorama politico non starà a guardare.

-> Vai a “Science Debate” (in inglese)
-> Vai all’articolo su “Le Scienze”
-> Vai al gruppo Facebook “Dibattito Scienza”

 

 

 

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