Giocare agli intrighi di palazzo: The Republic of Rome (parte 1)

pic747378_mdSotto elezioni è dura, veramente dura rimanere impassibili di fronte alle schermaglie poco “onorevoli” dei nostri rappresentanti. Occasione d’oro per un blog come questo per parlare di un gioco da tavola che, da oltre 20 anni, mette in luce  in modo spietato le dinamiche che portano a comportamenti simili.

E’ Republic of Rome, edito nel 1990 originariamente da Avalon Hill, interessantissimo titolo di competizione politica ambientato nel periodo repubblicano della storia di Roma, dal 264 al 43 a.C. E’ un titolo sicuramente per giocatori molto “scafati”, per usare un termine che ne rende la complessità. Tuttavia, è sufficiente che una sola persona conosca le regole, e che le pratichi bene, perché si passi un pomeriggio di sicuro divertimento, non di rado condito da pensieri decisamente preoccupanti per via del parallelo con la vita politica del nostro Bel Paese.  Il gioco dura dalle 3 ore a … diversi giorni se protratto dalla Prima alla Terza fase della Repubblica, e merita un piccolo ciclo di articoli.

Il titolo, oggi ripubblicato da Valley Games, sta riscuotendo una seconda ondata di grande successo. Il perché è presto detto: fino a sei famiglie di senatori si confrontano nell’agone politico per fare il bene di Roma, mentre si spartiscono il potere a suon di contese economiche, congiure, false promesse, qualche slancio di lealtà e tanta astuzia. Scopo del gioco è di non soccombere ai drammatici eventi che sconvolgono la Repubblicawww.uplay.it_The_Republic_of_Rome--400x400 di Roma e di guadagnare influenza politica fino a strappare la corona di famiglia più potente.

E’ troppo complesso riassumere le 24 pagine di manuale fitte fitte che aspettano il volenteroso giocatore, ma vale la pena raccontare gli aspetti ludici e … intriganti. Ad ogni turno, i giocatori controllano un pool di senatori, ciascuno dotato di  influenza politica, abilità oratorie e doti militari. Grazie ad essi incassano congrue somme provenienti dalle province, dai cavalieri che presidiano il  territorio e dalle concessioni che inevitabilmente riescono a farsi assegnare.

Il Popolo si sa, vuole solo una cosa: panem et circenses. Come diceva Petrolini, una volta che il popolo è contento, cosa di cui si occupa il Console di Roma in un apposito discorso alla popolazione, le cose vanno a posto da sole. Certo, in presenza di guerre o di carestie un popolo esasperato può anche rivoltarsi. C’è da stare attenti a “tirare troppo la corda” o la partita finisce in un ingloriosissimo assalto al Senato da parte della folla, eventualità nella quale tutte le fazioni in gioco perdono.

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Ma come fa una banda di furbacchioni a tenere in scacco un popolo addormentato? Lo vediamo al prossimo post !

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