Il grande travaglio della Teoria Eliocentrica (parte 1)

copernicoGrande serata di divulgazione, Sabato scorso, presso la Lega Navale di Ostia. Ogni volta che abbiamo la fortuna di divulgare le cose di scienza, il pensiero corre rapido a tutti gli uomini che hanno reso possibile e tangibile la conoscenza e lo sviluppo del genere umano.

Ogni cosa che conosciamo è una conquista, e non possiamo certo asternerci dal dedicare un piccolo ciclo di post a Mikolaj Kopernik e alle brillanti menti che hanno regalato la teoria eliocentrica al genere umano. L’astronomo polacco nasce a Torun nel 1473 e muore a Frombork nel 1543. Il povero Copernico non ha trovato pace neanche dopo la morte: il punto di sepoltura è rimasto ignoto rendendo di fatto impossibile localizzarne il corpo per quasi 500 anni. I resti dell’illustre astronomo sono stati rinvenuti nel 2005 da un team di archeologhi polacchi che aveva precedentemente identificato l’altare della basilica di Frombork come luogo di probabile sepoltura. La salma di Nicolo Copernicò, a poco meno di mezzo millennio dalla sua morte, ha trovato pace solamente nel 2010, quando è stata riesumata, identificata e nuovamente sepolta per la seconda volta, nella stessa basilica polacca di Frombork.

Copernico è stato un illuminato, che ha operato in diversi campi anche non propriamente modello_eliocentrico_copernicoriconducibili alla scienza moderna, come ad esempio l’astrologia. Copernico riprende la teoria eliocentrica di Aristarco di Samo, astronomo greco che, oltre 1700 prima, ebbe una brillante intuizione e formulò un’ipotesi incredibilmente corretta per il tempo: la Terra è in moto circolare intorno al Sole, contemporaneamente ruotando attorno al proprio asse.

Proprio nell’anno della sua morte, Copernico culmina il lavoro di riesame delle teorie di Aristarco di Samo nella pubblicazione della teoria dell’eliocentrismo con il De revolutionibus orbium coelestium. La leggenda vuole che Copernico abbia spirato sorridente vedendo il volume stampato. Nell’introduzione, il suo collaboratore Andrea Osiander scrive che la teoria eliocentrica di Copernico costituisce un mero esercizio matematico, da applicare semplicemente per la previsione della posizione dei pianeti ma non necessariamente aderente al vero. Fu questa accortezza a salvare il testo dell’astronomo polacco dall’inquisizione.

Il modello eliocentrico di Copernico deriva da osservazioni e risultati compiute parallelamente anche da astronomi arabi ed era pronto “in bozza” – per così dire – già nel 1514, dopo una prima stesura durata quasi dieci anni. Al lavoro di Copernico contribuì il matematico tedesco Giorgio Gioacchino Retico, il cui padre fu giustiziato per stregoneria. Per paura di ritorsioni da parte della Chiesa Cattolica, la pubblicazione del lavoro dovette attendere ben trent’anni. La richiesta da parte del cardinale di Capua Nicola Schonberg di acquisire il manoscritto non fece che scoraggiare ulteriormente l’astronomo polacco e il suo collaboratore, che ritardarono ulteriormente l’uscita del volume.

Come finisce la storia? Al prossimo post!

 

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