L’India dice addio al telegramma

telegramIl telegramma: quante speranze, attese, delusioni e momenti importanti ha portato con sé? Dopo la dismissione della radiotelegrafia amatoriale, Internet ed i mezzi di comunicazione di massa stanno decretando il tramonto anche di questo mezzo di comunicazione. E’ ciò che è successo in India: la Al Bharat Sanchar Nigam Limited (BSNL), società di telecomunicazioni di proprietà dello Stato indiano, ha inviato l’ultimo telegramma il 14 luglio scorso. Il servizio verrà affidato ai privati.

In India il telegramma è (era) ancora indissolubilmente legato alla telegrafia, e 144 anni dopo il primo messaggio telegrafico di Samuel Morse a Washington, è arrivata anche l’ora della dismissione del telegramma in toto: morse o non morse commenta Shamim Akhtar, direttore generale dei servizi telegrafici di BSNL, mantenere in vita il servizio dei telegrammi, nell’era degli SMS e degli Smartphone in un paese enorme come l’India, comporta una perdita di oltre 23 milioni di dollari l’anno. Una cifra colossale.

In un interessante articolo Christian Science ricorda come il telegramma sia stato un fondamentale strumento di controllo dell’inghilterra coloniale, e protagonista dei momenti chiave della storia indiana, come la repressione inglese della rivolta popolare nel 1857. E’ stato con un telegramma che il primo ministro indiano Jawaharlal Nehru ha informato Londra dell’invasione del Pakistan e del Kashmir.

Lo chiamano “Taar” – filo – in India: il telegramma è stata una parte talmente importante della vita indiana da rappresentare la metafora del messaggio urgente, quello che supera e vince tutti i ritardi del sistema postale. E’ con un telegramma che la maggior parte dei film di Bollywood svolta nella trama, tipicamente presagio della notizia della morte di un membro della famiglia. Tanto che fino a oggi – pardon, ieri – i telegrammi di morte costano un quinto della normale tariffa, comunque meno dell’1 per cento del traffico complessivo.

Il culmine dell’uso di questo strumento di comunicazione è stato toccato nel 1985 con 60 milioni di telegrammi inviati e ricevuti da 45.000 uffici in tutta l’India. Un settore in costante declino con 75 uffici rimasti ed un numero sempre minore di impiegati, dalle oltre dodicimila persone dei tempi d’oro a poco meno di mille di oggi.

E la storia, che non si ferma davanti ad un portone come ricorda De Gregori, arriva ai tanti uomini e donne che hanno servito il paese e che restano i pochi depositari – obsoleti – della radiotelegrafia. Uno di loro è RD Ram, che ha lavorato in ufficio a Delhi per 38 anni: verrà trasferito in un altro reparto e dovrà ricominciare daccapo.

-> Vai all’articolo originale su Christian Science

Share
Questa voce è stata pubblicata in Teoria e Pratica e contrassegnata con , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *