Un mini-cervello artificiale grazie alle staminali

(C) Nature Publishing GroupAd un anno e mezzo di distanza dall’annuncio dell’Università di Cambridge di aver ricostruito connessioni sinaptiche da cellule staminali pluripotenti indotte,  la rivista Nature pubblica i risultati di una ricerca che ha veramente dello sbalorditivo: la ricostruzione di un cervello in miniatura.

Ce ne siamo occupati a più riprese su LidiMatematici: le cellule staminali umane pluripotenti indotte sono cellule che, se prelevate da embrioni nei primissimi giorni di formazione, sono in grado di specializzarsi, cioé di differenziarsi, virtualmente in qualsiasi tipo di tessuto vengano poste a contatto. La ricerca sui “mini-cervelli” è in atto già da tempo in diversi istituti: con il giusto dosaggio di nutrienti è possibile ricreare un cervello in miniatura, dice Clive Svendsen, neurobiologo presso l’Università della California , Los Angeles.

Il ricercatore, che non ha partecipato allo studio, è molto fiducioso perché, sebbene un cervello artificiale completamente formato sia ancora lontanissimo da realizzare, le strutture neuronali ricostruite in questo lavoro possono rivelarsi estremamente utili per la ricerca sulle malattie neurologiche umane.

Le cellule staminali sono già state usate per ricostruire cellule cerebrali, in particolare della corteccia e delle sinapsi, come abbiamo visto in passato nel blog, ma la novità di questo studio consiste proprio nell’aver ricostruito strutture “a ciuffo”, molto simili ad un cervello in miniatura. Juergen Knoblich, biologo dello sviluppo presso l’Istituto di Biotecnologia Molecolare di Vienna, racconta della scommessa di aver mescolato cellule staminali con tessuti connettivi prelevati dal cervello e da altre parti del corpo e di come queste siano state in grado di specializzarsi dal solo contatto e con il giusto mix di nutrienti e di ossigeno.

Questi “ciuffi” di materia cerebrale in embrione si sono via via trasformati fino ad assomigliare nientemeno che ad un cervello di un feto alla nona settimana di sviluppo. La differenza tra queste strutture cerebrali in miniatura, spiega Knoblich, ed un cervello vero sta essenzialmente nella mancata vascolarizzazione – cioé l’assenza di vasi sanguigni – e delle strutture di controllo provenienti da altre parti del corpo. E’ per questo motivo che le dimensioni restano a 3-4 millimetri. In altri termini, allo stato attuale della ricerca il mini-cervello non può crescere.

Certo, una copia imperfetta, ma pur sempre un grande risultato. Nonostante questi limiti, il team di ricercatori è stato in grado di modellare gli aspetti chiave di alcune malattie cerebrali, come ad esempio la microcefalia, una grave malformazione in cui il cervello stenta a crescere, con conseguente deterioramento delle facoltà cognitive. Un grosso salto in avanti perché, fino ad oggi, la microcefalia e gli altri disturbi dello sviluppo neurologico sono sempre stati riprodotti nei roditori, con dubbia applicabilità a causa delle differenze strutturali del cervello dei topi e degli umani.

I risultati dello studio sulla microcefalia sono scientificamente validi, e confermano in gran parte le teorie prevalenti, dice Arnold Kriegstein, neurobiologo dello sviluppo presso l’Università della California , San Francisco. E, aggiunge, che si tratta di studi in fase iniziale che vanno tuttavia perseguiti perché dimostrano anche il grande potenziale che hanno i mini-cervelli realizzati a partire da cellule staminali. Sono ricerche importanti per modellare altri disturbi, e risparmiare quindi sofferenze al genere umano.

Ce ne siamo occupati a più riprese sul blog, le cellule staminali pluripotenti indotte potrebbero realmente alleviare le sofferenze di milioni di pazienti. Ciò nonostante, la Chiesa Cattolica ostacola sistematicamente non solo l’impiego delle cellule staminali embrionali umane, ma anche una corretta diffusione dei riultati ottenuti dalla ricerca scientifica in tutto il mondo. Le innumerevoli ricerche dimostrano chiaramente come le staminali pluripotenti umane possano generare cellule di tessuti di vario tipo che consentirebbero di porre rimedio a malattie gravissime come infarti, ictus, malattie polmonari, tumori e tante altre.

Sarebbe auspicabile che questi ostacoli culturali vengano rimossi il più presto possibile, consentendo la ricerca sulle staminali embrionali anche in Italia e, soprattuto, una informazione libera.

-> Cerca tutti gli articoli su LidiMatematici sulle cellule staminali

-> Vai all’articolo su Nature

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