Il ciclo della violenza

womenviolence-2Oggi, lo sapete, è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Eppure, al di là dei proclami, poco si fa per indirizzare questo terribile fenomeno. La violenza sulle donne non è solamente fisica ma, disgraziatamente, si declina in uno spettro variegatissimo di comportamenti. Nel Minnesota, Stati Uniti, il Domestic Violence Intervention Program ha sintetizzato le forme di violenza sulle donne in un prospetto di cui non dovremmo aver bisogno.

Il prospetto illustra i vari comportamenti in cui la violenza domestica può manifestarsi. Le percosse sono solamente una delle tante opzioni, tutte mirate ad acquisire il potere e il controllo sull’altra persona.  L’abuso fisico è solo una parte di un sistema di comportamenti complessi. E’ importante comprendere che gli abusi non sono mai isolati e si ripetono in forme differenti e che gli schemi di abuso sono tattiche mirate ad ottenere e mantenere il controllo nelle relazioni intime. Ogni rapporto ha naturmalmente dinamiche diverse, eppure una indagine sugli abusi ha dimostrato che il soggetto abusato ha sperimentato molti – se non tutti – questi atteggiamenti e comportamenti da parte dell’aggressore.

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Aggressore che, nel caso delle donne, è raramente uno sconosciuto: sono i padri, mariti, fidanzati, fratelli e addirittura figli ad esercitare violenza sulle donne. Le forme della violenza sono molteplici: fisiche, psicologiche e sessuali; elenchiamole, una volta per tutte. Sono forme di violenza:

Abusi economici: impedire alla propria compagna, moglie, mamma, figlia di trovare lavoro, mantenere il controllo del conto corrente, darle dei soldi per sostentarsi o per gestire i figli.

Coercizioni: minacce fisiche, violenze, accuse generiche, minacce di querela, costringere a sostenere una condotta illegale.

Intimidazioni: gestualità, azioni, distruzione di beni personali, abuso sugli animali e mostrare le armi proprie o improprie.

Abusi emotivi: denigrare la persona, umiliare, usare pseudo-quiz per dimostrare la minore intelligenza della partner.

Isolamento: controllare i movimenti, le letture, le persone con cui parla, limitare le possibilità di contatto con le persone, anche online.

Minimizzareusare i sensi di colpa: miminizzare le preoccupazioni della propria compagna, rifiutarsi di riconoscere le situazioni di abuso, accusare la donna di essere la causa degli abusi, farla sentire in colpa.

Uso dei bambini: farla sentire colpevole nei confronti dei figli, accusandola di trascurarli, minacciare di portarle via i figli.

Imporre privilegi maschili: trattare la donna come una serva, non coinvolgerla nelle decisioni importanti, imporre ruoli specifici all’uomo e alla donna.

Chi abusa, comunemente tra le mura domestiche, alterna atti violenti, comportamenti di abuso e scuse con le immancabili promesse, si direbbe anche di cuore e in qualche caso anche sincere, di cambiare. Chi abusa si comporta in modo piacevole nella maggior parte del tempo e delle occasioni. Tipicamente il marito/compagno/padre che abusa si comporta come una star e una persona estremamente piacevole al contatto con gli altri e in gran parte delle occasioni anche domestiche. Salvo poi degenerare con cadenza periodica, anche quotidiana, ed in occasioni specifiche. E’ il fascino perenne del partner che abusa, che impedisce alla vittima di troncare il rapporto.

Ma ciò che è più sorprendente è la doppia marcia con cui il fenomeno della violenza 9FD87A77F96B5B4D6D12E284AC6A71viene rappresentato al grande pubblico e dal grande pubblico: quando la società da una parte inorridisce per la violenza sulle donne, peggio ancora sui minori, stigmatizzando – giustissimamente – tutto lo spettro di comportamenti che vanno dalla violenza fisica alla prostituzione minorile, ma poi ammette gli stessi comportamenti dal potente di turno, è il segnale che, davvero, l’impegno per contenere questo fenomeno è insufficiente.

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