Apple Watch: un terremoto da 13 miliardi di dollari

applewtachOgni volta che arriva una innovazione tecnologica mi rendo conto che sto veramente invecchiando: gioco con gli home computer dai tempi dello Z80, oltre trent’anni fa, quando spostavo interi blocchi di memoria con il solo comando LDIR in codice macchina.

Poi è arrivato Unix e i vari free ports incluso Linux, derivato da uno sconosciuto Minix che girava su floppy da cinque e un quarto. Oggi Unix è in tutti i cellulari: anche Android è basato su Linux e iOS su Darwin, un porting free di Unix.

Apple ha appena presentato iPhone 6 e Apple Watch, e già il pianeta è in subbuglio. Ma come mai Apple riscuote così tanto successo?

A differenza di Android, Apple lascia tutta la complessità sottostante, a prezzo di una chiusura del dispositivo, mascherata in favore di una attentissima analisi dell’uso da parte della comunità degli utenti.

Mentre Android, così come era per Linux, mette a disposizione strumenti flessibilissimi e potentissimi per l’utente smaliziato, che consentono di fare cose notevoli, Apple con iOS e OS X maschera completamente questo livello servendo su un piatto d’argento all’utente comune tutte queste features. Così, gli “smanettoni” come me si sentono sicuramente frustrati, ma è il modo più immediato per offrire prodotti di alta qualità al grande pubblico (e, contemporaneamente, legarli mani e piedi al brand).

Ora, mentre il confronto tra Linux e OS X, in termini di performance, è nettamente in favore di Linux, che è molto più veloce, OS X sta raccogliendo sempre più successi. Perché?

– Perché si basa su un livello allo stato dell’arte (Unix) mascherandone la complessità all’utente. L’utente lo usa, ma non se ne rende neanche conto.
– Perché è frutto di una attenta analisi dei bisogni della comunità di utenti.
– Perché è disegnato  per essere facile da usare, una disciplina industriale che va sotto il nome di Usability.

Torniamo un attimo agli anni 2000: quel visionario di Steve Jobs va a dire alla comunità di professionisti che devono passare da MAc OS 9.2 a Unix, cambiare tutto il software. Eppure Linux esisteva da tempo ed era pure notevolmente stabile, con la distrubuzione Red HAT. Eppure fu Mac OS X a rivoluzionare il mercato, non Linux.

Eppure stando alle specifiche tecniche i dispositivi Apple non sono neanche i più potenti, veloci e capienti in assoluto. Ma allora perché riscuotono tanto successo? Appare chiaro che bisogna stare attenti a non confondere il concetto di rivoluzione con il mero livello tecnologico. Rivoluzionaria non è la soluzione tecnica, ma il cambiamento che questa determina nella comunità degli utenti. Ed è qui che Android insegue: tende a migliorare le specifiche tecniche, non il modo in cui i dispositivi vengono usati.

Pensate ad iPod: i lettori di MP3 esistevano già. Ma quello fu una rivoluzione. Perché? Perché c’era iTunes, il software relativo. La rivoluzione fu nell’uso, non nel mezzo.

Pensate ad iPad: i tablet già esitevano, ma obbligavano ad essere usati in modo tale che fosse l’utente ad adattarsi al tablet. non viceversa. Risultato? Oggi una comunità di utenti sempre più vasta li utilizza. Solo per “farsi notare”? Mi pare un po’ poco, non trovate?

Insomma con gli aggeggi Apple non siamo in presenza di una rivoluzione tecnica: ma molto di più, una rivoluzione nell’uso. E AppleWatch farà esattamente la stessa cosa. La rivoluzione non sta nella presenza della “mela stampata”, ma nelle centinaia di milioni di utenti che useranno il dispositivo in centinaia di milioni di modi diversi.

Leggendo le discussioni in rete, ho trovato un utente che ha posto la domanda chiave per comprendere il fenomeno Applewatch:

Il punto della svolta, del non ritorno: riuscirà l’ Iwatch a farci sentire “un po’ più nudi” quando abbiamo addosso un orologio tradizionale?

Peccato che, andando a leggere le informazioni sul web, iPhone è necessario per usare Applewatch, cioé che è un prerequisito. Ciò non vuol dire che Applewatch funzionerà senza iPhone. Piuttosto, Applewatch si baserà su iPhone principalmente per:
– centralizzare i dati in internet
– usare alcuni dispositivi fisici (GPS) via wi-fi

Ho seguito con grande interesse anche le feature di fitness del nuovo gadget Apple: iawatchfitness dati medici, vengono raccolti da AppleWatch e, quando possibile, inviati tramite iPhone via web. Questo modello è usato già ora da diversi activity monitor che, quando l’utente desidera, si connettono al telefonino e inviano i dati tramite l’app dedicata.

Di nuovo, l’innovazione di Apple non sta nell’adottare questo modello specificamente, ma nell’integrazione di questa e di tutte le altre features in un unico dispositivo.

Insomma a quanto pare Applewatch  ridefinirà per l’ennesima volta il mercato. E non sarà solo per la mela stampata sulla cassa, ma perché milioni di utenti prima e poi centinaia di milioni poi, inzieranno ad usarlo, e questo creerà ulteriore spinta all’adozione di nuovi usi, nuove caratteristiche, nuove funzionalità.

Gli analisti concordano che l’uscita di Applewatch determinerà un forte impatto sugli standard di mercato. Pensate che a giugno, quando fu annunciato iPhone 6, il terzo quarter 2014 per le vendite del Galaxy S5 ha subito un tracollo del 25%. Proprio in queste ore, per rispondere al dramma di mercato causato da iPhone 6, Galaxy ha dovuto anticipare l’uscita del Note 4.

Era successa una cosa analoga al lancio del primo Powermac G3, poi di iPod, poi di iPhone, poi di iPad. Tutti questi momenti sono stati cruciali e di svolta per il mercato e swsalesle feature di Applewatch annunciate da Tim Cook preludono di nuovo ad un fenomeno del genere.

Gli analisti concordano che Applewatch è disegnato per prendere il mercato degli smartwatch e degli Smart wearables in generale. Questo mercato vale 12.9 miliardi di dollari (forecast 2020), secondo Martin Scott della Consumer Services Research. Secondo Analysis Mason l’annuncio di Applewatch porterà un congelamento del mercato fino a Natale, con solo 1 milione di unità vendute.

Gran furbata di Apple: chi comprerà uno smartwatch sapendo che sta per uscire Applewatch? Dopo l’effettivo arrivo del nuovo gadget Apple, le vendite previste, per il 2015 schizzeranno ad oltre 13 milioni di unità.

Sarebbe interessante avere il Galaxy Gear 2 e l’Applewatch per un test comparato, da pubblicare qui sul blog. Cercherò di attrezzarmi, ma – stando agli annunci – si profila praticamente un terremoto.

Vi lascio al Keynote, per chi fosse interessato LidiMatematici sarà presente a Romics questo weekend!

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5 risposte a Apple Watch: un terremoto da 13 miliardi di dollari

  1. Paolo E. scrive:

    Ciao Carlo. Ho letto con interesse il tuo articolo, e sono d’accordo quasi su tutto. E’ vero che apple ha creato degli oggetti che la gente ama sfoggiare, lo dimostrano le file davanti all’apple store per spendere 800 euro al fine di accaparrarsi l’iphone 6. Io però, porto una testimonianza un po’ diversa. Non sono mai stato attento alle marche e non sono mai stato “fan” di un’azienda. Faccio il sistemista Unix / Linux da 20 anni circa ed ero uno di quelli che affermavano che con un buon hardware carrozzato e linux avrei avuto le stesse cose e forse di più. Poi, però, ho acquistato l’imac e la mia vita “informatica” si è rivoluzionata. Ho capito come vorrei che fosse l’informatica. Ma tralasciando il sistema operativo, voglio parlare dell’hardware apple. Quando sono arrivato a casa con lo scatolone dell’imac, nel 2011, ho aperto, tirato fuori, collegato la spina ed ero online. Il monitor degli imac e dei macbook (soprattutto dei Retina) valgono da soli il prezzo che costano. Io credo che, alla fine, dipende tutto da quello che devo farci con il computer: se devo mandare email e navigare su internet, basta un tablet, ma se faccio grafica, foto, video, i monitor apple rappresentano da soli un vantaggio assai notevole. Senza contare poi l’assistenza apple. Ripeto, io non sono fan di una marca, ma la qualità di questi computer ad oggi mi ha conquistato. Per quanto riguarda l’apple watch, come per l’iphone, ad oggi non ne sento proprio il bisogno e non ne capisco neanche l’utilità. 800 euro per un telefono mi sembrano troppe, indipendentemente dal fatto che possa chiamarsi apple o samsung. Figuriamoci 3-400 euro per un orologio…

    • LidiMatematici scrive:

      Ciao Paolo,
      concordo, nel blog abbiamo persino trattato della realizzazione di “mac fatti in casa” (http://www.lidimatematici.it/blog/2014/05/05/un-mac-fatto-in-casa/) e, in effetti, il solo hardware che oggi sta nei mac è costosissimo (la sola scheda wi-fi costa 50€). Il paradima Apple è ormai chiaro: qualità, qualità, qualità. E’ chiaro che un utente esperto ottiene – ma solo dal punto di vista software – anche performance più alte tramite Linux. Ma l’hw costa, davvero tanto. In questo momento si può stare sopra ad Apple solamente con realizzazioni casalinghe, ma quanto costano di denaro, tempo e ricerca?

  2. Hanuman69 scrive:

    “Gran furbata di Apple: chi comprerà uno smartwatch sapendo che sta per uscire Applewatch? Dopo l’effettivo arrivo del nuovo gadget Apple, le vendite previste, per il 2015 schizzeranno ad oltre 13 milioni di unità.”

    Analisi ERRATA : l’ AW sarà comprato da i SOLI possessori di Iphone, tutto il resto (90%) non lo comprerà mai

    • LidiMatematici scrive:

      E’ proprio questa la strategia di Apple: prima presenta iPhone 6, poo Applewatch. Una tecnica di marketing chiamata Cross-sell. Non dimentichiamo che l’annuncio del nuovo melafonino ha determinato un crollo delle vendite di Samsung.

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