Di pancia del paese, Italiano Medio e Zoo di 105

zoo105Giusto tre anni fa, un simpatico ragazzo che risponde al nome di Marcello Macchia ha avuto una intuizione geniale e pubblicato una parodia di Limitless, film di Neil Burger del 2011, su YouTube: Italiano Medio. Marcello – in arte Maccio Capatonda – è un tranquillo ragazzo di Chieti, che si è fatto già un buon nome grazie agli sketch trasmessi durante la trasmissione Mai Dire Goal. Parodie divertenti di film vari, apparentemente demenziali, che sotto nascondono una satira di costume feroce e spietata.

Il nodo centrale della trama di Limitless è in questa frase:

Sai quella storia che usiamo solo il 20% del nostro cervello? Questa ti permette di usarlo tutto.

Una pillola, nei film americani dei sogni di grandezza e di grandi opportunità, che consente di usare tutta la potenzialità del nostro cervello è sicuramente appetibile. Eh sì, perché negli Stati Uniti se sei davvero in gamba, vox populi, diventi qualcuno. E proprio così accade:

Maccio ha l’intuizione geniale di stravolgere completamente il motivo dominante di Limitless, ribaltandolo. Immaginate Giulio, giovane impegnato, sempre attento alla politica, all’economia, colto e attivo. Proprio la figura che, negli Stati Uniti, sarebbe da modello e che verrebbe sicuramente premiata, magari con una poltrona al congresso.

Siamo però in Italia, e proprio perché Giulio è colto, attento, informato e attivo sta irrimediabilmente sul culo a tutti gli amici. Una persona come Giulio non può certo andare d’accordo con la “pancia del paese” che adduce mille scuse al proprio disimpegno (“ma io c’ho già i  problemi miei”). Giulio soffre, perché è impegnato socialmente, e vorrebbe intorno a sé un mondo fatto di persone che si impegnano a migliorare il proprio paese, che lotta per far capire che i “problemi nostri” derivano proprio dal nostro menefreghismo.

Una persona attiva, se negli Stati Uniti fa successo, in Italia è sicuramente un ospite sgradito. Insomma Giulio e tutte le persone intorno a lui, soffrono. E qui, l’intuizione geniale di Maccio Capatonda, che arriva nei panni dell'”amico” di turno:

Sai quella storia che usiamo solo il 20% del nostro cervello? Co’ questa lo usi solo il 2. Percento.

E’ la soluzione di tutti i problemi:

Il trailer di Limitless, su YouTube, ha una decina di migliaia di visualizzazioni, Maccio con Italiano Medio ne cumula quasi un milione e mezzo. Un successone che indica la strada al nostro giovine di farne un film.

Film che, come sappiamo, è arrivato in 400 sale proprio a fine gennaio e che, pur essendo uscito di Giovedì sera, ha stracciato il record di incassi della prima feriale: oltre 300 mila euro. Niente male.

Forse non tutti sanno che, per parafrasare Maccio Capatonda in una delle sue celebri parodie, il geniale ragazzo di Chieti, assieme a Luigi Luciano ed Enrico Venti, collaborano ormai da diversi anni con lo Zoo di 105, trasmissione radiofonica in onda su Radio 105 in diretta nazionale tutti i giorni feriali, dalle due alle quattro del pomeriggio.

Lo Zoo è una trasmissione di grande successo, oltre un milione di ascolti giornalieri, che non tradisce il proprio nome: linguaggio moderno e diretto, che fa della leggerezza una bandiera. Ascoltando lo Zoo si ottiene un quadro del paese tutt’altro che rassicurante: impossibile riassumere tutte le scenette dello Zoo, di cui sicuramente la miglior rappresentante è Santina, vittima di uno scherzo telefonico che va avanti dal 2011. Deve essere necessariamente complice, perché se così non fosse sarebbe impressionante come questa povera signora creda a tutto quello che le viene propinato per telefono.

La comicità dello Zoo è leggerissima, scherzi telefonici spesso basati sull’insulto. Con voci registrate, come quella di Paolo Bonolis o artefatte, i dj dello Zoo telefonano agli italiani, e ne esce un quadro sconcertante sulla capacità di intendere dei nostri connazionali:

La comicità dello Zoo sembrerebbe raffinata e non politically correct e, invece, affonda le mani appieno nei vizi e nel provincialismo degli italiani. Il dj Marco Mazzoli, oggi trasferito negli Stati Uniti dopo una vicenda di debiti con il fisco, non esita a spendere persino i rumori domestici della propria compagna di vita pur di ottenere audience.

E’ interessante notare come Maccio Capatonda parli dello Zoo di 105 solamente in rarissime occasioni, praticamente mai. Comprensibile: il suo Italiano Medio, dopo l’assunzione della pillola del 2%, sembra proprio essere il ritratto spietato della “leggerezza” – o assoluto vuoto di contenuti, a seconda dei punti di vista – su cui campa la comicità dello Zoo di 105 da oltre 15 anni.

Torna la questione drammatica della “pancia del paese”, di cui parla Tullio De Mauro, e di cui ci siamo occupati più volte in questo blog:

in un paese dove il 76% degli italiani adulti non è in grado di riassumere a parole proprie un testo scritto, che speranza abbiamo perché il contenuto venga premiato? E, infatti, basta svuotare completamente di contenuti e seguire la linea dell’assoluta semplificazione del messaggio, assecondando le mediocrità delle folle, che il successo è garantito.

Ma il problema è ancor peggiore: De Mauro giustamente pone l’accento sulla controllabilità delle masse, in un quadro di scarsa cultura, è estremamente semplice indurre le persone ad adottare comportamenti al limite del legale. Un esempio concreto ci viene dallo stesso Zoo, qualche anno fa dai microfoni della radio venne propinato il tormentone “io ascolto lo Zoo di 105, stronzi !”, incoraggiando gli ascoltatori a chiamare le altre radio, o ad urlare in strada. In diverse altre occasioni, come ai tempi di una seria crisi del programma, che portò poi all’allontanamento dei Paolo Noise, Fabio Alisei e del dj Wender, alla chiamata alle armi di Mazzoli, la folla dello Zoo si è scagliata contro di loro con una violenza verbale inaudita.

Inutile dire che, come accade sempre nelle guerre dei deboli contro i più deboli, che il tutto è destinato a finire malissimo: come quando una ragazzina – minorenne- chiamò Radio Maria proclamando il tormentone in diretta. Grazie al cielo, e alla comprensione di qualche dirigente illuminato, non venne denunciata.

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