Pier Paolo Pasolini e la pancia del paese

lapide_pasoliniDifficile anche solo tentare di descrivere una figura come Pier Paolo Pasolini, qualunque aggettivo sarebbe inappropriato.

A quarant’anni dalla morte un blog come LidiMatematici, tuttavia, non può che ringraziare apertamente Pasolini per aver saputo individuare non solo le zone grigie del potere, ma anche degli italiani, di allora e di oggi. Istigando, e istigando ancora, alla conoscenza.

E’ un tributo necessario, proprio oggi che il sindaco di Roma è stato deposto per aver pestato i piedi ai poteri forti della capitale, e il suo sostituto bacia la mano al Papa. Una perfetta rappresentazione della vera Catena di Comando che regge il nostro paese, la stessa  che isolò Pasolini per il fatto di averla denunciata e di aver iniziato a parlare 12186238_1093011904043565_6287534986578768624_o della collusione tra malaffare e politica.

Pasolini morì assassinato 40 anni fa, all’Idroscalo di Ostia Lido, in circostanze che ancora oggi non sono state chiarite, tra clamorose omissioni e ritardi nelle indagini. Nonostante gli atti processali dimostrarono ampiamente la presenza di altre persone sul luogo del delitto, e l’incongruenza tra l’efferatezza delle ferite mortali ricevute con la presenza di una sola persona, non si volle procedere ad ulteriori indagini. Addirittura si impugnò la sola parte di sentenza riguardante il concorso di ignoti. E ad impugnare non fu l’imputato, ma organi dello stesso Stato Italiano.

Una vicenda con troppe ombre che vide il popolo italiano completamente indifferente. E la stessa indifferenza di oggi, della pancia del paese, dell’italiano medio, di coloro che scrollano le spalle di fronte alle più indicibili sofferenze, di coloro che isolano il più debole, sia egli nero, ebreo, donna, rom, sinto, comunista, extracomunitario, anziano o disabile.

Era il 1973, e così Pasolini osservava, impietosamente, l’uomo e la donna medi italiani:

Essi sono due persone che avvalorano la vita solo attraverso i suoi Beni di consumo (e, s’intende, vanno ancora a messa la domenica: in macchina). Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della Produzione creatrice di benessere (o, meglio, di salvezza dalla miseria).

Ecco anche la Pancia del Paese di Tullio de Mauro, l’Italiano Medio di Maccio Capatonda,  che trova la sua dimensione nel diventare rozzo e cafone, ma Italiano-Medio-Maccio-Capatondalibero da ogni lacciolo morale:

Nel tempo stesso, il ragazzo piccolo borghese, nell’adeguarsi al modello “televisivo” – che, essendo la sua stessa classe a creare e a volere, gli è sostanzialmente naturale – diviene stranamente rozzo e infelice.

Protagonista assoluto è il popolo italiano, che vede, lascia correre e non si indigna anzi, avvalora e supporta questi comportamenti. E che anche di fronte alla clamorosa evidenza, si rifiuta di vedere. Indifferente.

Gli Italiani
di Pier Paolo Pasolini

L’intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai

da uno dei milioni d’anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,

di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l’ha mai liberato.

Mostrare la mia faccia, la mia magrezza –
alzare la mia sola puerile voce –
non ha più senso: la viltà avvezza

a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.

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