Di Ugo Qualunque e Mamme di Anastasia che lavorano al Ministero dell’Interno

1448035172_8-590x590Venerdì 20 novembre è panico per un audio-messaggio che rimbalza tra gli smartphone su WhatsApp: una telefonata allarmata tra una ragazza ed una amica di sua madre, la quale riferisce che la Mamma di Anastasia che, si badi bene, lavora al Ministero dell’Interno, avrebbe inequivocabilmente accertato la presenza di una bomba in metropolitana, a Roma.

E’ il panico: il messaggio si diffonde tra gli smartphone di genitori e figli in tutta Italia, fino ad arrivare a Renzi. Il quale, ovviamente, non può fare altro che smorzare i toni ed invitare alla cautela. Fatalità, la stessa ragazza protagonista della telefonata partecipa ad un incontro della Polizia Postale sui social network e i meccanismi di propagazione delle bufale e in questo corso viene portata ad esempio di bufala proprio la sua telefonata.

L’intera vicenda, pubblicata su varie testate giornalistiche, porta in luce in modo davvero spietato i meccanismi perversi per cui si inizia con un misero espediente di una mamma per impedire alla figlia di uscire di casa e si va a finire cou un allarme di livello nazionale. La ragazza, spaventata dalle possibili conseguenze della violazione dell’Articolo 658 del Codice Penale, Procurato Allarme, punibile con una pena che può arrivare all’arresto per sei mesi, si rende conto che l’aver registrato quella telefonata ed averla inviata via WhatsApp si potrebbe rivelare una Caporetto. Mamma e figlia decidono quindi di riferire tutto alla Polizia, e tentare così di arginare la valanga che, involontariamente, hanno provocato.

Protagonisti silenziosi di questa vicenda siamo tutti noi, che abbiamo propagato senza alcuno spirito critico l’audio messaggio, Italiano-Medio-Maccio-Capatondatrasformando così un espediente di una mamma che cerca di tenersi la figlia in casa, e che non esita ad usare addirittura il terrorismo pur di ottenere il suo discutibilissimo scopo, in un disastro per tutti i genitori d’Italia.

A fare da sfondo a tutta questa vicenda è il disastroso fenomeno dell’Analfabetismo Funzionale che, in Italia, arriva a vette preoccupanti. Così Tullio De Mauro in una intervista a “Il Fatto Quotidiano”:

“Più della metà degli italiani ha difficoltà a comprendere l’informazione scritta e molti anche quella parlata”

Per il gigantesco partito silenzioso dell’analfabetismo funzionale, per l’Italiano Medio, Ugo Qualunque, la Pancia del Paese, la Casalinga di Voghera è tutto possibile. Lo diceva già Pasolini nei primi anni ’70: l’intelligenza non avrà mai peso, mai nel giudizio di questa pubblica opinione.

La vicenda della “mamma di Anastasia che lavora al ministero degli interni” è un disastro proprio per noi genitori, che dovremmo fornire ai nostri ragazzi gli strumenti culturali per vivere una vita ove possano realizzare appieno le loro potenzialità.

Così, evidentemente non è. Ugo Qualunque ha ascoltato quell’audio messaggio, ha ritenuto credibile affidarsi alla mamma di Anastasia che lavora al ministero dell’interno, ha ritenuto credibile una telefonata evidentemente registrata dalla stessa ragazza, ha ritenuto credibile la possibilità di andare incontro alla morte per mano dei terroristi, ha ritenuto credibile la necessità di propagare questa informazione.

Eppure, statistiche alla mano, i morti per terrorismo nel 2014 in tutto il mondo sono poco più di 30 mila, una cifra importante, per carità, ma assolutamente trascurabile se paragonata alla mortalità per incidente stradale, che supera abbondantemente il milione di persone, nello stesso anno.

Avete letto bene: oltre un milione di morti per incidente stradale, un milione e trecento mila, per l’esattezza: 3500 al giorno. La sproporzione tra le due cifre è ragguardevole.

La vicenda della mamma di Anastasia che lavora al ministero dell’interno deve assolutamente far riflettere su quanto facile sia manipolare proprio gli adulti e, per estensione, a chi giova veramente il clima di paura che si sta diffondendo.
-> Vai agli approfondimenti sull’Analfabetismo Funzionale

Immagine di testa: gqItalia

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