In piazza per amore dei nostri bambini: ma la ricerca scientifica smentisce

images-2Lo scorso weekend le piazze italiane sono state animate dalla protesta contro la cultura gender, in quella che è passata come giornata del Family Day.

Un giorno dedicato a difendere i valori tradizionali della famiglia, secondo le intenzioni degli organizzatori, che ha mostrato il fianco proprio sul tema della laicità dello stato. Cosa accade, infatti, quando le leggi vengono ispirate da principi non oggettivi? Uno dei grimaldelli della posizione dei difensori della famiglia tradizionale è proprio la condizione dei bambini, che avrebbero diritto ad una famiglia “ordinaria”. Eppure non esiste alcuna evidenza scientifica che i figli di famiglie omogenitoriali, cioè con genitori dello stesso sesso vivano una condizione di disagio. Insomma: è un clamoroso falso.

La letteratura scientifica abbonda di studi sul tema della omogenitorialità (same sex parenting) ma – tanto per cambiare – i nostri media sembrano non accorgersene. Eppure lo studio dell’APA – American Psychological AssociationA Meta-Analysis of Developmental Outcomes for Children of Same-Sex and Heterosexual Parents” non lascia alcun dubbio in merito:

I risultati confermano gli studi pregressi in questo campo della letteratura scientifica, suggerendo che i bambini allevati e cresciuti da genitori dello stesso sesso manifestano un benessere psicologico del tutto equivalente a quello dei bambini cresciuti in famiglie eterosessuali.

E’ importante sottolineare che l’APA non è l’emanazione di una lobby gay, come tendono a sottintendere alcuni integralisti, ma l’associazione di categoria degli psicologi americani. Si tratta di una istituzione di comprovata serietà, in cui oltre centoventimila ricercatori, psicologi ed operatori del settore operano dal lontano 1892.

Impossibile, quindi, ignorare il contenuto della ricerca che fa il punto sulla letteratura scientifica in modo assolutamente inequivocabile, confermando non solo che l’omosessualità non è un vezzo, né un capriccio né una malattia, ma una condizione di normalità dell’essere umano che non può non essere rispettata, se non a scapito di enormi sofferenze.

E così è anche per l’adozione. Si rivelano infatti assolutamente infondate le posizioni di coloro che sostengono che i bambini allevati da coppie omosessuali siano solamente un capriccio e che, peggio, siano inevitabilmente destinati alla sofferenza.

Nella letteratura scientifica esaminata nella studio dell’APA figurano esempi notevoli, come lo studio del 2014 “Child Well-Being in Same-Sex Parent Families: Review of Research Prepared for American Sociological Association Amicus Brief”, in cui a supporto di un caso della Corte Suprema degli Stati Uniti per l’adozione da parte di una coppia omosessuale, è stato fornito mandato ai legali di condurre una investigazione sulla letteratura scientifica. Con il risultato che si conferma come il benessere psicologico dei bambini non dipende dal sesso dei genitori ma, come per tutti gli altri, dalle condizioni socio-economiche della famiglia in generale.

E che la condizione dei bambini allevati da coppie dello stesso sesso sia assolutamente equivalente alle famiglie ordinarie non è un fatto assodato legato agli ultimi anni, ma storico. Lo studio “Promoting the Well-Being of Children Whose Parents Are Gay or Lesbian” è stato condotto su dati raccolti negli ultimi trent’anni e conferma senza la minima ombra di dubbio questa realtà.

Si potrebbe continuare a iosa, anche riportando i pochi tentativi apportati in letteratura di contraddire gli studi scientifici, poi rivelati addirittura falsati. Tra i clamorosi casi di falso basta citare gli studi di George Rekers, neuropsichiatra e storico attivista anti-gay che aveva contestato gli studi scientifici, poi protagonista di uno scandalo che lo vedeva coinvolto una escort maschio. Rapporti scientifici successivi hanno dimostrato che le posizioni di chi sostiene un effetto avverso della famiglia omogenitoriale sul benessere psichico del bambino sono in realà basati su dati falsi.

Uno degli effetti più dirompenti dell’ascesa dell’ISIS è senza dubbio l’emersione, drammatica, della questione della laicità dello stato. Il nodo centrale è, infatti, dato dalla questione dell’impatto sulle vite dei singoli di uno stato retto da principi ispirati a criteri di fede, piuttosto che di scienza.

Non è solamente un problema legato alla fede musulmana, ma alle religioni in generale. E la posizione artatamente distorta di sostenitori dell’esistenza di una “teoria gender”, che si ergono a paladini del benessere psicologico dei “nostri” figli – su posizioni infondate – ne è una riprova lampante.

-> Vai allo studio dell’APA

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6 risposte a In piazza per amore dei nostri bambini: ma la ricerca scientifica smentisce

  1. Calabrone scrive:

    Io non capisco una cosa. Le coppie omosessuali possono procreare? Credo che non ci siano dubbi riguardo la risposta. Allora perchè tra i molti diritti che, giustamente, le coppie omoaffettive chiedono di vedersi riconosciuti ci dovrebbe essere anche quello di avere un figlio? Non è la legge degli uomini che è sbagliata, ma la legge di natura che lo prevede. Peraltro sembra che coloro che mirano a essere riconosciuti e rispettati nel loro proprio essere, sono i primi a non accettarsi, a non accettare che il loro status di coppia omosessuale non prevede la procreazione e quindi la crescita di un figlio.
    Un figlio non dovrebbe avere diritto ad avere una mamma e un papà piuttosto che due papà o due mamme? Non è quella la condizione ideale (oltre che naturale)? E naturalmente non mi si venga a obiettare che ci sono tanti genitori etero che non sanno crescere i figli con amore, perchè non è che invece se crescessero con una coppia omoaffetiva automaticamente significherebbe che sicuramente questo non potrebbe accadere. Insomma, ragionando con un caso limite, se un bambino dovesse essere adottato e ci fossero due coppie, una etero e una omo, con esattamente la stessa situazione, con la sola differenza di essere una etero e l’altra formata da due papà o due mamme, a chi dovrebbe essere affidato il bambino? Si tira la monetina o si dice che forse è meglio crescere con un papà e una mamma? E questo è uno dei problemi che mi pongo. E tengo a precisare da una posizione assolutamente laica, e anzi mi da molto fastidio che si tenda a voler disegnare due schieramenti da una parte i laici e dall’altra i cattolici (magari anche integralisti); perchè non è così.
    L’altro problema è la maternità surrogata. Ma come si fa a non considerare un orrore tale pratica, e ancora una volta lo dico da laico e non da cattointegralista. Come si fa a non provare orrore per chi va a pagare una donna, usata come una macchina, per portare avanti una gravidanza di nove mesi e poi portare via la creatura dalla madre. Ma che genitore è uno che fa una cosa del genere, che considera la donna come un mezzo e un bambino come un qualsiasi oggetto che si può comprare sullo scaffale del supermercato?
    Io non credo che questi siano problemi da poco. E non si tratta di essere cattolici integralisti, si tratta di essere umani.

  2. LidiMatematici scrive:

    Innanzitutto grazie per il contributo.
    Vede, nonostante una coppia omogenitoriale non possa procreare, ciò non significa che non abbiano diritto a non avere figli. CI sono molte coppie etero nelle stesse condizioni che non possono procreare ma, cionondimeno, hanno diritto ad una famiglia. La legge “di natura” che lei ha – mi passi il termine – inventato impedirebbe a migliaia di coppie eterosessuali che si trovano impossibilitate a procreare di avere figli. Con sofferenze inenarrabili.

    E così è in tutta l’Europa più civile, ma non nei paesi più arretrati, socialmente, economicamente e – purtroppo – culturalmente come il nostro.
    Interessante anche la sua proiezione, capisco che lei non accetti le coppie omogenitoriali, ma la sua deduzione che esse stesse non si accettino è davvero singolare. Una logica davvero curiosa, che se ho ben capito si basa su questa serie di deduzioni: siccome la coppia omo vuole adottare, allora non si riconosce come omo perché avere un figlio significa essere solo etero e quindi non accetterebbero la propria omosessualità. Temo che le cose siano molto, molto, molto più semplici: una coppia di uomini, donne o mista che sia che si ama vuole avere una propria famiglia. Esattamente come tutte le coppie di questo pianeta.

    Per la situazione limite cui lei fa riferimento, in Italia non c’è possibilità per la coppia dello stesso sesso, quindi se la legge non cambia non abbiamo soluzione. Se invece la coppia omogenitoriale fosse considerata – come è giusto che sia – al pari di una coppia etero, varrebbe esattamente lo stesso iter che porta alla scelta dell’affidamento del bambino per entrambi. E cioè basato su criteri di stabilità della famiglia, come avviene oggi.
    Nessuno poi ha mai sostenuto che ad essere contro le adozioni omogenitoriali siano solo i cattolici, purtroppo lo sono anche molti “laici”, appunto.
    Per quanto riguarda l’utero in affitto, anche qui abbiamo una curiosa equazione: adozione omogenitoriale < => utero in affitto. Non si capisce – davvero – da dove venga. Perché dovrebbe ricorrere all’utero in affitto una coppia dello stesso sesso?
    Se la legge consentisse il diritto all’adozione questo problema svanirebbe all’istante: basta equiparare coppie omo ed etero.
    Ma, questo, purtroppo è ancora troppo lontano dalla nostra cultura. Si tenga sintonizzato, torneremo sull’argomento con un importante studio statistico su questo tema che, purtroppo, traccia un quadro drammatico della arretratezza culturale del nostro paese.

  3. Calabrone scrive:

    Si è vero, ci sono coppie etero che non possono procreare. Non le sfuggirà però la differenza che c’è tra chi potenzialmente potrebbe farlo, ma è impedito da una qualche patologia, e chi non può farlo perchè fisiologicamente impedito. Insomma,un uomo non può fecondare un altro uomo e una donna non può essere fecondata da un’altra donna. La differenza con una coppia etero che non può avere figli mi sembra evidente (e mi sembra altrettanto evidente che la fisiologia da cui discende la legge di natura non l’ho inventata io).
    Peraltro, il problema non è il diritto ad avere una famiglia, ma ad avere figli, che è cosa diversa. Le coppie omosessuali sono già famiglia e lo sarebbero anche di più se venissero riconosciuti i diritti che chiedono (tipo quello di poter assistere il/la proprio/a compagno/compagna in ospedale) . Non contesto (io come molti altri) il loro essere famiglia. Sono loro che non accettano la loro condizione di famiglia omosessuale. Una coppia può essere famiglia anche senza figli.
    “Se invece la coppia omogenitoriale fosse considerata – come è giusto che sia – al pari di una coppia etero, varrebbe esattamente lo stesso iter che porta alla scelta dell’affidamento del bambino per entrambi. E cioè basato su criteri di stabilità della famiglia, come avviene oggi.” Mi spiace, non mi ha risposto alla domanda che credo fosse chiara… La riformulo:
    IN una situazione ipotetica di un bambino adottabile in cui ci sono due coppie, una etero e una omo, con la stessa identica situazione (e cioè a seguito di indagine le due famiglie presentano stessa capacità reddituale/patrimoniale, stessa stabilità affettiva, stessa capacità di educare…ecc…) chi dovrebbe essere scelto a parità di identica situazione? UNa coppia con un papà e una mamma o una coppia con due persone dello stesso sesso? A me sembra piuttosto evidente e intuitiva la risposta. Ma credo anche per lei sia così, infatti ha evitato di rispondere (o forse lei è per il lancio della monetina, chissà…)
    Sull’utero in affitto, non bisogna essere ipocriti. Ci sono stati diversi servizi televisivi in cui venivano intervistate coppie omosessuali con bambini. Be’ da dove venivano quei bambini? Da uteri affittati in paesi esteri; persone che pur di dare risposta la proprio desiderio, senza scrupolo alcuno pagano per avere un corpo che faccia crescere il “proprio” bambino per poi portarlo via alla madre e crescerlo secondo il proprio desiderio. Be’ persone di questo tipo non dovrebbero crescere figli, che considerano come un bambino desidera il giocattoletto nella vetrina. E queste persone che calpestano la dignità di altre persone chiedono che vengano riconosciuti diritti?
    Il DDL Cirinnà in questo senso è molto ipocrita; da una parte la legge italiana vieta l’utero in affitto, dall’altra il DDL attraverso la stepchild adoption vorrebbe “sanare” la maternità surrogata all’estero.
    Riguardo la supposta civiltà, onestamente non mi sembra un argomento. O meglio mi sembra che sia l’argomento di chi non ha argomenti. “Tutti fanno così perciò è giusto”; mi spiace, ma come diceva il buon Moretti “Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sà che mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza”. Fosse anche tutto il mondo che fa un qualcosa che io ritengo sbagliata, continuerò a pensare che sia sbagliata. E non per ideologia, ma sulla base di fatti e ragionamenti piuttosto evidenti e chiari. Se a lei, ad esempio, l’utero in affitto sembra una pratica accettabile… prego si accomodi. Per me rimane una pratica orribile.

  4. LidiMatematici scrive:

    La ringrazio per aver ulteriormente spiegato il suo punto di vista, che è chiarissimo, le ho risposto puntualmente già prima, quindi ripetersi mi sembra inutile. Le chiedo la pazienza di leggere bene quanto ho scritto e di contenersi con gli epiteti, tirare in ballo parole come “ipocriti” danneggia solamente chi usa queste espressioni. Proverò a fare una breve sintesi:
    – Le coppie omosessuali non sono una famiglia, non ancora in Italia. A loro è negato il diritto di famiglia, compreso quello di avere figli. L’idea che ci sia un impedimento “di natura” è una sua invenzione. Che capisco, rispetto, ma non condivido.
    – L’equazione volere una famiglia ed essere omosessuali = non accettare la propria omosessualità, è di nuovo una sua invenzione (questa sì, che non capisco).
    – Nella sua ipotetica situazione si applicherebbero i criteri di legge che valgono per le famiglie ordinarie, il fatto che una delle due coppie sia omo e l’altra etero è indifferente. Le avevo già risposto, se poi vuole che sia io a decidere quale delle due scegliere, non ne ho la minima idea perché non conosco la legge, qui trova informazioni molto dettagliate: http://www.commissioneadozioni.it/it/per-una-famiglia-adottiva/per-adottare.aspx

    – Anche l’equazione adozioni nelle famiglie omo = utero in affitto è una sua invenzione. Se venissero regolarizzate le adozioni l’utero in affitto sparirebbe istantaneamente, le ricordo che a ricorrere alla maternità surrogata sono coppie sia omo che etero.
    – L’argomento della civiltà dei paesi è purtroppo drammatico: lei può decidere di ignorare il fatto che tutta l’europa più civile (paesi nordeuropei in testa) abbia regolarizzato il matrimonio omo. Le unioni omo sono state ratificate in Nord e Ovest Europa (faccio solo alcuni nomi) Belgio, Danimarca, Finlandia, Olanda, Francia, Inghilterra e altri paesi nordici. Persino Spagna e Portogallo, mentre a non ratificarle sono stati tutti i paesi est-europei compresa l’Italia (tra questi: Albania, Cipro, Grecia, Turchia, Macedonia e, ovviamente Stato del Vaticano). Se per lei questo non è un dato rilevante, è opportuno che rifletta per bene, perché lo è. Eccome.
    La saluto e la ringrazio.

    • Calabrone scrive:

      Grazie dello scambio.
      Vorrei solo precisare 3 cose
      – dire che fisiologicamente una coppia omosessuale non possa avere figli non è una invenzione, è un fatto. Non vedo come si possa sostenere il contrario. Ci provi se ci riesce, ma non credo proprio che un uomo possa fecondare un altro uomo o una donna essere fecondata da un’altra donna.
      – riguardo il contenersi con gli epiteti, non capisco a cosa si riferisce. Io mettevo solo in evidenza la contraddizione del DDL, che vorrebbe sanare quel che la legge italiana proibisce.
      – In Grecia (ma anche in Svizzera, Ungheria, Repubblica Ceca) esistono le unioni civili per le coppie gay, ma non è permessa l’adozione.
      Buona serata.

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