Cosa accadrebbe se tutti rispettassimo i limiti di velocità

images-5E’ una triste realtà che gli sportivi conoscono benissimo: le strade italiane per pedoni e ciclisti sono pericolosissime. Anche lo sportivo più prudente e diligente, nonostante indossi un giubbotto catarifrangente, eviti accuratamente nel limite del possibile ogni pericolo, rischia ogni volta a causa dell’automobilista di turno che, invariabilmente, finisce per sfiorarlo a tutta velocità.

Fortunatamente un piccolo passo verso la sensibilizzazione è stato fatto. Occhio quindi a rispettare i limiti di velocità quando siamo in macchina perché la legge è cambiata in modo da dare una stretta radicale.

Lo sapete, è finalmente passato il reato di omicidio stradale che prevede

“reclusione da 5 a 10 anni l’omicida il cui tasso alcolemico superi 0,8 g/l oppure abbia causato l’incidente per condotte di particolare pericolosità (eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio).”

Dalla scorsa settimana chi accelera per passare davanti a un pedone o una bicicletta rischia direttamente il carcere. Con l’interessante novità che la pena viene comminata anche se la colpa è della vittima. Ad essere severamente punito non è solamente il caso di decessso del malcapitato pedone o ciclista, ma anche le lesioni gravi o gravissime.

La novità introdotta dalla nuova legge è il concetto di condotta colposa, il caso in cui – purtroppo la regola in Italia – l’automobilista è perfettamente cosciente che dovrebbe condurre il veicolo entro i limiti del codice della strada, ma ignora deliberatamente questa prescrizione obbligatoria. Da oggi basta quindi violare il codice della strada per essere passibili di condotta colposa, e le pene sono severissime: da 3 mesi ad 1 anno in caso di lesioni gravi, da 1 a 3 anni se gravissime e da 2 a 7 anni in caso di morte.

Questo prospetto riassuntivo delle pene previste dalla nuova legge, a cura dello Studio Legale Maisano, è illuminante:

Schema Riepilogativo 589bis 590bis png

Ce ne siamo occupati già in un post precedente: tanti, troppi gli alibi dell’automobilista per andare in deroga ai propri obblighi, spesso mettendo in pericolo gravissimo gli altri utenti della strada. Il luogo comune più pericoloso è che il pedone o il ciclista se la cerchino, per così dire. Un preteso alibi che sa chiaramente di scusa: chi mai vorrebbe un alibi per ammazzarsi?

Magari per un pedone fosse sufficiente camminare sulle strisce. La speranza che qualcosa cambi nel comportamento degli automobilisti potrebbe essere nascosta nelle pieghe della nuova legge, che – lo ripetiamo – prevede la comminazione della pena anche in caso di colpa del pedone, seppur dimezzata.

Così, mentre l’Italia vanta il triste primato delle morti in strada di pedoni e ciclisti, gli automobilisti sembrano ignorare un fatto estremamente evidente: dal punto di vista della fisica della sicurezza stradale la responsabilità di tutte queste morti è l’eccesso di velocità.

Ma cosa accadrebbe se tutti rispettassimo i limiti? Nel mio quartiere, l’Infernetto a Roma, vige il limite di 30 km/h. Suddiviso in tante piccole stradine che incrociano due “arterie” principali della lunghezza complessiva di circa 5 km, vede gli automobilisti regolari protagonisti di vere e proprie corse a chi passa per primo. Con risultati gravissimi in termini di incidenti stradali.

Questa tabella può aiutarci:

spaziovelocita
le prime tre righe riportano il tempo in minuti che occorre per percorrere 5 km a diverse velocità: a trenta Km/h impiegheremmo dieci minuti, che si ridurrebbero a 4 se andassimo a settanta.

La stessa analisi vale per un altro caso notevole di Roma, la Via Cristoforo Colombo, una lunga strada di circa 20 Km che congiunge Roma ad Ostia, il porto della capitale. E’ una strada che vanta il tristissimo primato di decine di lapidi e che miete vittime ogni anno, tra automobilisti, ciclisti e pedoni.

Eppure il limite di velocità su questa strada è decente: 80 Km/h con brevi tratti a 60 a ridosso dei semafori. Se percorressimo tutta la Colombo a 60, quindi al limite inferiore, impiegheremmo venti minuti. Che si riducono a poco più di un quarto d’ora se andassimo ad ottanta laddove previsto. Se invece andassimo a 100 impiegheremmo tre minuti in meno. Dico tre.

Attenzione a commettere l’errore di pensare che in caso di traffico sostenuto, accelerando nei tratti liberi, potremmo recuperare: perché le differenze in minuti che abbiamo visto valgono per l’intera tratta, quindi il recupero è ancora minore se compensassimo solo per il paio di km dove abbiamo trovato traffico.

E’ evidente che tutti gli incidenti che abbiamo sperimentato, spesso gravissimi, non valgono certo poco più di cinque minuti del nostro tempo. Mai come in questo caso, i numeri parlano da soli.

-> Vai all’approfondimento sulla statistica delle morti in bicicletta

-> Vai all’approfondimento sul calcolo della velocità in fisica

Share
Questa voce è stata pubblicata in Teoria e Pratica e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a Cosa accadrebbe se tutti rispettassimo i limiti di velocità

  1. bruno scrive:

    Ma se la colpa è del pedone e si è puniti ugualmente mi9 sembra che non abbia senso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *