Si fa presto a dire migrazione: l’inciucio dei gestori di telefonia

spot-vodafone-rete-4g-veloce-bruce-willis2Essere clienti di un operatore di telefonia è un po’ come una storia d’amore: all’inizio tutto rose e fiori e tanta infatuazione, poi subentra l’abitudine e, infine, il rapporto diventa burrascoso. E più o meno accade lo stessso circa ogni tre anni con tutti gli operatori di telefonia fissa: all’inizio servizio ottimo, poi via via più scadente, fino alla completa inservibilità.

In venti anni abbiamo cambiato un numero considerevole di operatori, sempre per un disservizio che intercorre più o meno a partire dal terzo anno: abbiamo iniziato con Telecom, poi con l’avvento dell’ADSL con Infostrada, poi Tiscali ed ora Fastweb. Nel frattempo la rete di casa, tra computer, smartphone e smartTV si è allargata e i 6 mbit dell’ADSL sono diventati pochi. Troppo pochi.

Come dice Bruce Willis? Fibra! E vabbè, ci hai convinto Bruce. E fibra sia.

Chiediamo la fibra ottica al nostro operatore, Fastweb, ma niente: non rispondono, non prendono posizione, non fanno praticamente alcunché. Decidiamo quindi di passare da Fastweb ADSL a Vodafone fibra, complice la fiera Romics del fumetto all’apposito stand. Era un sabato: primo ottobre. Compiliamo tutti i moduli una prima volta e, nonostante la posizione dell’AGCOM sia chiarissima, e supportata da varie delibere:

L’utente non deve preoccuparsi della specifica procedura da avviare. Per cambiare operatore mantenendo il proprio numero, anche in tecnologia VoIP, è sufficiente che l’utente aderisca ad una offerta commerciale del nuovo operatore e gli comunichi il proprio codice di trasferimento dell’utenza. Non è necessario, pertanto, comunicare il recesso al vecchio operatore: sarà compito del nuovo operatore avviare la procedura corretta (sulla base del servizio richiesto dal cliente) e trasmettere al vecchio operatore quanto necessario per l’interruzione del precedente rapporto contrattuale dell’utente.

Accade, invece,  che la richiesta “va in errore”, per ben quattro volte. Ci dicono che, per motivi tecnici legati ad un misterioso errore della mia anagrafica personale, non è possibile procedere con la pratica a mio nome e che, se voglio attivarmi con Vodafone, devo per forza cambiare intestazione alla linea, procedendo con un altro nominativo. Ci sembra assurdo ma, si sa, i sistemi informatici sono costellati di mille trappole tecniche e decidiamo di assecondare l’operatore, inviando una richiesta a nome di mia moglie. Siamo arrivati ormai alla prima settimana di novembre.

Dopo aver inviato via mail tutto il necessario, riceviamo i consueti messaggi a mezzo e-mail con i quali viene comunicato che la pratica di migrazione è stata attivata ed accettata. Si direbbe tutto a posto ma così invece non è: riceviamo infatti una curiosa telefonata di Vodafone che ci spiega come non sia possibile procedere alla migrazione. Il motivo, secondo quanto riporta l’operatore è che Telecom, il vero proprietario della centralina, non affitterebbe gli spazi agli operatori. Impedendo, di fatto, la migrazione.

Parallelamente, da quando abbiamo iniziato le pratiche di recesso accade un fatto estreamemente interessante: ogni giorno veniamo contattati proprio dai reseller Telecom che, guarda caso, ci offrono di attivare la fibra ottica.

Grazie alla pervicacia di mia moglie, che sottopone l’operatore ad un vero e proprio terzo grado, veniamo a scoprire che le telefonate che riceviamo con cadenza quotidiana sono dovute al fatto che noi abbiamo attivato una pratica di migrazione. In pratica, gli operatori si sono scambiati questa informazione pur non avendo chiaramente fornito espressa autorizzazione.

Mai far arrabbiare una donna: mia moglie chiama il 187 per reclamare e trova dall’altra parte una signora estremamente gentile che le spiega per filo e per segno, finalmente, come vanno le cose nel mondo della telefonia.

La proprietaria delle infrastrutture (nella nostra zona e probabilmente in tutta Italia) è Telecom ed è Telecom che, a sua volta, affitta alcuni spazi ai gestori. Il motivo per cui non abbiamo la fibra ottica pur essendo clienti di Fastweb né da alcun altro operatore è che gli spazi sono semplicemente al completo, quindi se vogliamo avere la fibra ottica, forse e sempre che abbiano spazi disponibili, siamo obbligati a passare a Telecom. Alla faccia della libera concorrenza.

Scopriamo inoltre che alcuni gestori che hanno acquistato le linee telefoniche, semplicemente non mollano l’ignaro cliente, il quale per parecchio tempo non potrà cambiare gestore anche se ufficialmente non ci sono vincoli. E questo fatto lo si scopre solo al momento di richiedere il cambio di gestore. Incidentalmente, alla quarta volta che la pratica a mio nome è andata male, è stata proprio questa la motivazione che ha addotto Vodafone. Non avevo dato peso a questa affermazione, ritenendola falsa: e invece, a quanto pare, Fastweb non mi molla e se voglio cambiare operatore devo cedere la linea a mio nome.

Anche a mio suocero fu prospettato un abbonamento con altro operatore, da Vodafone stavolta, e nonostante la compilazione completa dei moduli si è risolto con un nulla di fatto. La persona che ha compilato il contratto all’atto della compilazione della sezione contenente il codice di migrazione si è fermata, annullando il tutto, perché “il codice finisce con le cifre 101 o 111”, parole sue.

In quella sede mio suocero ha scoperto che il suo codice di migrazione ha un vincolo: assolutamente fuori dai canoni di legge e in barba alle delibere e circolari AGCOM. L’unico modo per cambiare operatore? Perdere il proprio numero telefonico. Va da sé che il cambio di numero è davvero impraticabile per le estreme complicazioni che comporta. Tanto da essere riconosciuto ufficilamente come danno e, come tale, risarcibile.

L’impedimento alla portabilità del numero è infatti stato usato dalle compagnie telefoniche in modo massiccio, assieme ai costi di disattivazione, proprio per limitare o rendere addirittura impraticabile la migrazione. Tanto che, mentre AGCOM ha regolamentato e accettato i costi di disattivazione, ha invece preso una posizione piuttosto netta contro questa pratica, con delibere e circolari mirate (vedi link di approfondimento in calce all’articolo).

Come difendersi da una situazione del genere? Sicuramente richiedendo l’intervento di AGCOM e delle associazioni dei consumatori ma, tant’è, occorre sicuramente dare battaglia.

-> Vai all’approfondimento dell’AGCOM su Portabilità e Migrazione

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5 risposte a Si fa presto a dire migrazione: l’inciucio dei gestori di telefonia

  1. garelli gastone scrive:

    STESSO PROBLEMA HO VODAFONE TELEFONO HO CHIESTO TIM FIBRA MA MI SI DICE CHE IL CODICE DI MIGRAZIONE NON LO CONSENTE DOVREI PASSARE A TIM TELEFONO 3 VOLTE PIU CARO POI SUCCESSIVAMENTE NON SI SA BENE QUANDO CHIEDERE LA FIBRA MA POI…NON ESSENDO NUOVO CLIENTE IL PREZZO SARA MAGGIORE DI QUELLO PUBBLICIZZATO PER I RIENTRI IN TELECOM PER CONTRO VODAFONE NON MI PASSA LA FIBRA SUL NUMERO FISSO CHE HO CON LORO MA DEBBO CAMBIARE NUMERO…..MA SCUSATE NON SI PUO SEMPLIFICARE LIBERALIZZANDO IL TUTTO SENZA CODICE CATENACCIO???

  2. Diego Anstel scrive:

    Bisogna vedere che copertura fibra vi raggiunge, in termini di tecnologia che vi arriva sotto casa. L’inghippo sta lì.

  3. Claudio scrive:

    Ho richiestoattivazione rete fissa a Tim però il mio vecchio gestore wodafone non mi da la migrazione. Il motivo potrebbe essere che ho fatto disdetta tramite raccomandata. Oppure ci possono essere altri motivi?

    • LidiMatematici scrive:

      Buonasera, la comunicazione via raccomandata è corretta. Da delibera ah agcom l’operatore è tenuto a migrare entro 10 giorni lavorativi.

  4. Franco scrive:

    Buonasera, grazie dell’articolo! Io ho letto una guida su Anstel dove parla anche di come risolvere in modo extra-giudiziale eventuali controversie, quando fai la disdetta impresa semplice. Le risulta?

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