Un bel perigeo lunare. Ma chiamarla Superluna vende meglio.

LunaiPhone4Era già accaduto l’anno scorso, quando  abbiamo assistito ad una Luna più grande del solito. Lo abbiamo detto e ridetto in tutte le salse: la Superluna non è un evento raro.

A dire il vero non è neanche un evento astronomico perché accade, grazie al cielo, una volta l’anno. La nostra amata sorella Luna è lassù nel cosmo che ruota beatamente intorno a noi secondo la sua consueta orbita lievemente ellittica. Va detto che l’evento rappresenta comunque una valida occasione per accorgerci delle meraviglie del cosmo e, perché no, tentare non solo l’osservazione astronomica ma anche un primo approccio con l’astrofotografia.

I giornali di tutto il mondo si sono inventati il termine Superluna perché, si sa, tengo famiglia e toccherà pure vendere qualche copia in più. Eppure la magia avviene ogni anno semplicemente perché le orbite di pianeti e satelliti non sono circolari, ma presentano un certo grado di schiacciamento, che le rende ellittiche.

Anche la Luna non fa eccezione, orbitando ad una distanza media di 370 mila Km, con minimi e massimi che possono variare anche del 10%. La distanza massima è detta apogeo e quella minima perigeo. Ora, una differenza del 10% appare ad occhio nudo davvero minima, eccone due immagini in uno dei tanti eventi al perigeo:

apogee&perigee_anthony_ayomamitis

L’effetto sulla dimensione del disco lunare ci sta, per carità, in particolare questo novembre avremo una Luna del 10-15% più luminosa, combinando assieme gli effetti del perigeo e della Luna piena. I titoli di giornale che riportano aggettivi come “eccezionale”, “enorme” e via inventando sono però esagerati e fanno male soprattutto alla scienza.

Così come è fuorviante il fatto di presentare la “superluna” ad appuntamento fisso questa notte, perché è vero che sarà piena, ma le dimensioni del disco lunare sono apprezzabilissime anche quando la Luna piena non è. Anzi, osservando ad un paio di giorni di distanza dal perigeo si può apprezzare ancor meglio, con la Luna non perfettamente piena, la zona d’ombra nettamente visibile e di ancor più incredibile bellezza: il terminatore.

Ed è proprio la cosiddetta linea del terminatore, essenzialmente il luogo dei punti dove avviene il tramonto lunare a dare il vero spettacolo astronomico. Lungo il terminatore, infatti, la linea d’ombra proiettata dalla luce radente del sole consente di osservare i dettagli della superficie lunare, in avvallamenti e picchi, in tutto il loro splendore.

Se poi osserviamo al tramonto terrestre, o meglio ancora quando la Luna è bassa sull’orizzonte approfittiamo di un doppio effetto ottico, con la concomitanza dell’aumento di dimensioni del disco lunare, che grazie alla rifrazione appare più grande, e il color rosso dovuto al filtro diverso delle frequenze del visibile, che lasciano passare di più le frequenze rosse, regalando alla Luna un colore indimenticabile.

Per accostarsi alla osservazione ed alla fotografia non è necessario avere una strumentazione costosa, è sufficiente un comune binocolo da marina (7×50) ed una fotocamera digitale con regolazioni manuali. Impostando una sensibilità di 100ISO equivalente, è suffiiente tentare una serie di esposizioni con tempi variabili tra 1/60 e 1/250 , con il diaframma ad f/8, e il gioco è fatto.

 

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