Arriva il 2017, tra astrologia, astronomia, scienza e superstizioni

oroscopo-2017-previsioni-del-nuovo-anno-per-l-ariete_1016671Il 2017 è alle porte e, come ogni anno, si rinnova la tradizione delle previsioni astrologiche, nel tentativo di portare luce al futuro incognito che ci attende. Negli ultimi giorni dell’anno è proprio l’astrologia a giocare un ruolo da padrone, eppure un blog di divulgazione scientifica – pur prendendo nettamente posizione sulla completa mancanza di fondamento scientifico di questa disciplina – non può esimersi dal prestare attenzione a quello che è, di fatto, un fenomeno sociale. Il punto è che una superstizione, quando è molto radicata, merita comunque considerazione.

Sarebbe facile bollare l’astrologia snobbandola con aria superiore, eppure, dopo aver citato tante volte Bertrand Russell, che a ragione afferma che il vero tesoro di un impianto filosofico o culturale non è la sua correttezza, ma nelle motivazioni per cui è stato prodotto, a partire dalle specifiche condizioni antropologiche, storiche, sociali e culturali in cui è collocato.

Per fugare qualsiasi dubbio sullo scopo di questo articolo, che non è di sdoganare l’astrologia ma di soffermarsi sulle necessità umane da cui è nata, cominciamo subito col dire cosa la rende assolutamente inconsistente dal punto di vista scientifico.

L’astrologia è basata sulla suddivisione della linea immaginaria dell’eclittica, cioè la linea orbitale apparente su cui si muovono i pianeti del nostro sistema solare, visti dalla terra, in 12 case e quindi, ofiucododici segni. Eppure le costellazioni della linea zodiacale non sono 12, ma 13. Ad essere assente all’appello degli astrologi è la costellazione dell’Ofiuco, che viene dopo lo Scorpione e prima del Sagittario. Per vederla, dall’Italia e in generale alle nostre latitudini, è necessario attendere l’estate.

Quindi tredici segni, non dodici. Ma c’è di più (o di peggio): i segni in astrologia sono identificati dividendo il circolo dell’eclittica in 12 sezioni di trenta gradi ciascuna, ottenute suddividendo i 360 gradi dell’angolo giro per 12. Ora, le regioni che ospitano le costellazioni reali non occupano la stessa ampiezza angolare sull’eclittica: ad esempio, lo Scorpione giace sull’eclittica in una sezione di una manciata di gradi, mentre i Pesci sono precessione0larghi il triplo.

Ma il colpo più duro all’astrologia proviene da un ulteriore fenomeno fisico: la precessione degli equinozi, ovvero la deriva apparente delle stelle dovuta allo spostamento dell’asse terrestre rispetto allo spazio. Il che è un problema perché l’astrologia si poggia su una tradizione millenaria, e gli effetti della precessione degli equinozi sono ormai cumulati in modo tale da spostare i segni zodicali di circa una trentina di gradi, circa l’ampiezza delle costellazioni per come è stata arbitrariamente stabilita dagli astrologi. L’effetto finale è che i segni sono sfalsati di circa una casa, quindi quello che in astrologia è identificato con l’Ariete, in astronomia corrisponde al segno del Toro e così per tutte le altre costellazioni.

Insomma, le effemeridi astrologiche sono completamente scollate dal reale.

Bisogna però resistere alla tentazione di liquidare l’astrologia con una risata perché senza questa pseudoscienza non avremmo mai avuto i primi tentativi di investigazione del cielo che, più in là, avrebbero portato alla scienza moderna e poi all’astronomia vera e propria. Basti pensare che per i Babilonesi il ruolo dell’astrologo e dell’astronomo erano completamente sovrapposti. Se non fosse stato per la superstizione dei potenti lungo l’arco della storia dell’umanità, non avremmo mai avuto menti brillanti come 440px-galileo-sustermans2Saros, che scoprì il ciclo delle eclissi, o Galileo, che formulò il metodo scientifico che utilizziamo oggi.

Sarebbe stato infatti impossibile interpretare il significato della posizione dei corpi celesti senza produrre un modello di previsione del moto, essenziale per la scienza moderna.

E, questa, è stata una costante in tutta la storia dell’umanità. Basti pensare al ruolo dei pre-socratici Anassimandro, Senofane, Anassimene, Eraclide, che per primi rappresentarono il cosmo e la sua natura in termini di stelle e pianeti, speculando parallelamente sulla loro composizione. Senza l’atrologia non avremmo avuto il primo tentativo noto di osservazione dei moti planetari, con annesso modello geocentrico del cosmo. E’ un risultato che dobbiamo ad Eudosso. Sappiamo come andò a finire: del modello del cosmo con la Terra al centro fece una bandiera lo stesso Aristotele, un “Ipse dixit” che fu la bandiera della Santa Inquisizione. Il modello geocentrico però non funzionava, non essendo ad esempio in grado di spiegare i moti retrogradi dei pianeti. Un grosso problema per  Tolomeo, con il suo primo modello geocentrico del cosmo, a dispetto dell’intuizione di Aristarco di Samotracia, che aveva già ipotizzato un abbozzo di teoria eliocentrica nientemeno che nel 250 aC.

Da allora i ruoli di astrologo e di astronomo sono sempre rimasti sovrapposti, in un legame indissolubile di scienza e superstizione che ha retto fino all’avvento con Copernico della prima teoria eliocentrica propriamente detta, cioè corredata, con Keplero, dei modelli matematici che consentono di prevedere con esattezza le posizioni dei pianeti. Abbiamo dovuto attendere il XVI secolo prima di avere il via libera, soprattutto culturale, che ha consentito all’astrologia di trasformarsi in una scienza vera e propria, l’astronomia.

In questo senso, il ruolo delle corti reali di tutta Europa è stato essenziale, perché ha consentito agli scienziati di operare in un ambiente protetto e, soprattutto, adeguatamente astronomia. Non è un caso che grandi scienziati come Isaac Newton furono anche appassionati studiosi di esoterismo, per curiosità intellettuale o convenienza personale che sia.

Da LidiMatematici, un caro augurio di Buon Anno, a rileggerci dopo la Befana.

-> Vai all’approfondimento su Copernico

-> Vai all’approfondimento sulla Gravitazione Universale di Newton

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