Un taglio solo e cento misure. Era il motto dei tappezzieri di Roma per affermare un realtà che dovrebbe servire da principio guida nella vita in generale. Misurare, osseervare, rilevare, prima di agire.
E il progetto ISTAT Noi Italia sembra proprio fatto apposta per questo scopo: 100 indicatori statistici aggregati per sesso, regione e raccolti in forma di serie storica annuale, per capire il nostro paese. Un quadro di unione davvero prezioso che consente di investigare 19 settori: dall’agricoltura al turismo, passando per cultura e tempo libero, istruzione, mercato del lavoro, salute, protezione sociale, e davvero tanto, troppo altro per essere riassunto in un post.
Giunto ormai alla decima edizione, dal 2008 il progetto Noi Italia rappresenta una iniziativa importante per comprendere non solo il nostro stivale, ma anche i rapporti e le differenze rispetto all’Europa. E non è poco, vista l’ondata di populismo che sta attraversando proprio il continente.
Ed è proprio con una visione fattuale della realtà che si contrastano i fenomeni radicati nella pancia del paese, come quello del razzismo nei confronti degli extracomunitari, alimentato da falsa informazione. Si scopre, infatti, che la tanto temuta invasione di extracomunitari è un fenomeno inesistente, anzi addirittura in flessione: 267.600 ingressi nel 2007 contro i 238.936 del 2015. Il picco c’è stato, ma ben 7 anni fa, quando nel 2010 abbiamo sforato la soglia psicologica del mezzo milione di ingressi. Decisamente ben lontano dalla pretesa invasione.
Raddoppiano negli ultimi dieci anni, invece, gli stranieri che prendono residenza nel nostro paese, passando dai due milioni e mezzo circa del 2007 agli oltre cinque milioni del 2016. Vale la pena notare che questo dato non collima con gli ingressi di cittadini non comunitari, segno evidente che, a stabilirsi nel nostro paese, sono anche cittadini stranieri della comunità europea, mentre gli extracomunitari che entrano in Italia si adoperano ben presto per abbandonarla, facendone di fatto un ponte per l’Europa. Un dato che quadra invece con il numero di residenti stranieri per 100 abitanti, pari ad 8.2 in Italia, esattamente coincidente con la media europea. Il fenomeno immigrazione e residenza, quindi, non è affatto emergenziale come si vuole far credere.
Anche gli sparatori crepuscolari devono rivedere le proprie posizioni: i morti per omicidio volontario sono in calo dagli 1,07 per 100.000 abitanti del 2006 ai 0,77 del 2016. Meno di 500 se proiettati sull’intera popolazione. Difendersi in casa a suon di colpi di fucile, a meno che non siamo noi a voler uccidere, è davvero immotivato. In aumento, invece, i furti in abitazione, che passano dai 285 ai 386 per 100.000 abitanti negli ultimi dieci anni. Attenzione, si sta parlando di una probabilità bassissima: il tempo medio di attesa per cui ciascuno di noi debba subire almeno un furto in appartamento è di 259 anni.
A diminuire sono anche le rapine: da 86 a 57 per centomila negli ultimi 10 anni. Praticamente inesistenti le rapine in banca, con un soido 1.3 per centomila. Dieci anni fa erano più del quadruplo. Si sfata anche il mito dell’aumento della criminalità da parte degli extracomunitari. Il dato totale del numero dei detenuti è infatti in aumento, da 39 a 52 mila in dieci anni, mentre la percentuale di detenuti stranieri è in lieve flessione, passando dal 33.7% del 2006 al 33.2% del 2016. A delinquere sono più persone complessivamente, ma il rapporto stranieri / italiani resta invariato, con un lieve aumento della delinquenza proveniente dal nostro amato stivale.
Per chi avesse davvero voglia di capire l’Italia, i dati sono riportati integralmente nel link in calce a questo articolo. E’ tuttavia importante identificare chi è il vero responsabile della disinformazione in tema di sicurezza e immigrazione, chi soffia sul fuoco dell’intolleranza per macinare consensi, e quanto assurdamente fuorviante sia questo atteggiamento.
Disgraziatamente, sono gli stessi dati ISTAT che ci fanno comprendere il motivo per cui la disinformazione regna sovrana nel nostro paese: in Italia ben il 40% dei 25-64 enni ha conseguito a malapena la terza media, contro il 23% della media europea, mentre i laureati nella fascia 30-34 anni sono di poco superiori al 25%, contro il 39% scarso della media europea.
Dati alla mano, è impossibile non osservare l’allineamento dei politici, sia di destra che di sinistra, con la Lega da un lato che professa una immotivata battaglia sull’immigrazione, e il PD dall’altro che propone assurde sfide al far west notturno a colpi di pistola, altrettanto immotivate. Entrambi sfruttano la mancanza di istruzione endemica del nostro paese che, troppo spesso, è anche di chi ci governa.
-> Vai al sito ISTAT Noi Italia 2017
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