Storia di Totò, il pappagallo che ritrova casa dopo tre mesi grazie ai Social Network

Sembrerebbe una comune storia di animali smarriti, anche se “comune” non è certo un aggettivo appropriato per chi soffre della separazione. Quella che voglio raccontare è invece una vicenda in cui si intrecciano tutti gli elementi caratteristici di una bella storia, di quelle che raccontano il curioso intreccio del destino e della condizione umana, in tante sue sfaccettature.

Un po’ come accadde nel film Lion, la storia del bambino Saroo smarrito per le strade dell’India che ritrova la mamma dopo 25 anni, un novello Remì che rinnova le peripezie dell’orfanello raccontato dalla brillante penna dello scrittore francese Hector Malot nel romanzo “Sans Familie”, la storia di Totò ha tutti quegli elementi di esemplarità, con le giuste dosi di eroismo, miseria, speranza, coraggio ed empatia che caratterizzano il genere umano.

Anche per Totò la storia finisce bene, con la interessante novità che – esattamente come accadde per Saroo – a contribuire al suo ritorno a casa i Social Network hanno giocato un ruolo di rilievo. In questa storia i nomi e i luoghi non sono importanti, perché la vicenda di Totò resta esemplare e valida per tutti chiunque e dovunque essi siano: un classico esempio di universale antropologico.

Ma andiamo con ordine: Totò è un pappagallo vispo e allegro, vive con una una famiglia in un quartiere di Roma non distante dal mare. Totò è il compagno inseparabile della signora G., una persona che svolge un ruolo di rilievo per il suo quartiere. Totò è anche un gran birichino e non ne vuol sapere di stare in catene in casa, e la signora G. ovviamente nemmeno si sogna di bloccare un pappagallo
tanto bello e vivo. Occorre cautela, perché Totò potrebbe imboccare una finestra aperta e volare via e non è detto che ritrovi facilmente la strada di casa.

G. lo sa bene e sta molto bene attenta a non lasciare finestre aperte, putroppo in un giorno ventoso di fine Ottobre, una finestra si spalanca e Totò vola via. Il giorno stesso, stanco ed affamato si avvicina ad un ragazzo che lo prende con sé e fa una cosa del tutto inaspettata: vende per una cifra modesta il pappagallo ad una sua conoscente, fingendo di aver smarrito i documenti.

Totò finisce subito in un’altra casa e trova una nuova famiglia, presso una ridente località marina a circa una trentina di Km dalla famiglia di origine. Passano i giorni e G. cerca disperatamente Totò nel gruppo di quartiere, che si unisce attivamente alle ricerche.

Passano tre mesi, arrivano Natale e  capodanno e Totò, che nel frattempo per una curiosa simmetria delle geometrie del destino è stato chiamato Cocò dalla nuova mamma, trova di nuovo la finestra aperta e … scappa! La nuova proprietaria mette allora l’annuncio sul gruppo di quartiere della città del litorale romano per cercare il suo adorato Cocò, anche da lei amato e vezzeggiato.

Totò, quando scappa, in realtà non si allontana di molto e finisce sul terrazzo di una casa a due isolati di distanza. Questa volta trova B., una brava ragazza che, immediatamente, pubblica l’annuncio sullo stesso gruppo di quartiere del litorale romano.

E qui scatta la grande magia dei Social Network: alcune persone del gruppo di quartiere della famiglia originaria, iscritte anche al gruppo di quartiere della nuova famiglia, avvisano la signora G. che corre a verificare che il pappagallo ritrovato sia effettivamente il suo. La stessa cosa è stata fatta dalla nuova proprietaria che è andata immediatamente a recuperare Cocò. Per questo motivo G. ritiene che il pappagallo dell’annuncio non sia il suo, visto che c’è già una proprietaria a reclamarlo.

Accade però che B., la stessa ragazza che ha ritrovato Cocò, viene avvisata da alcune persone del gruppo di quartiere della famiglia di origine e, messa in sospetto per via di alcune incongruenze sulla mancanza di documenti di Cocò, si mette in contatto sia con la signora G., la prima proprietaria, che con la nuova.

Qui, il lieto epilogo, la nuova proprietaria capisce che il suo Cocò è in realtà Totò, e si accolla il dolore di separarsi da lui per lenire un dolore ancora più grande, restituendo il pappagallo alla legittima proprietaria.

La storia di Totò è esemplare sotto molti punti di vista. Il primo è sicuramente dato dall’elemento della fatalità e della casualità, che caratterizza tutte le belle storie. Anche l’elemento della debolezza umana gioca indubbiamente il suo ruolo: rappresentato dal ragazzo che ha venduto Totò per pochi denari, incurante della sofferenza che poteva provocare.

E’ altrettanto importante la compostezza e la pazienza della signora G., la prima proprietaria, che non perde la speranza e continua a cercare il suo Totò. Così come è importante il ruolo della ragazza B., l’anello che in tutte le storie esemplari che si rispettino fa semplicemente tutto quello che è giusto fare, e lo fa subito, senza indugio.

Infine la nuova proprietaria di Cocò, che decide di separarsi dal suo nuovo compagno che nel frattempo ha imparato ad amare, comprendendo come il dolore della separazione che prova sia solo una pallida imitazione di quello della famiglia di orignie di Totò. E che fa la cosa giusta: con coraggio ed empatia restituisce il pappagallo alla sua famiglia di origine.

A fare da sfondo in tutta la vicenda ci sono i Social Network, con quell’assurdo mix di avversione ed empatia che solo in essi è possibile trovare. In questo caso, per fortuna, a vincere e l’empatia, con conseguente epilogo felice. Come dite? Dimentico Totò? Totò, nel frattempo, è diventato una star !

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