L’Italia ancora prima per percezione falsata dell’immigrazione

Avete letto e riletto in tutte le salse sulla polemica conseguente alla vittoria dei Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, ragazzo nato in italia da madre sarda e padre egiziano. Sui social una vera rivolta, con il “popolo” che si schiera apertamente contro il risultato, ottenuto mediando televoto e giurie, in favore di un cantante “più italiano”: Ultimo.

A fare da sfondo alla querelle l’incessante battere da parte della Lega di Salvini sulla grancassa dell’emergenza-immigrazione che, come abbiamo visto a più riprese negli anni precedenti, è un fenomeno inesistente. La strategia elettorale della lega funziona, perché si basa su una percezione già distorta dell’immigrazione, come evidenziava il progetto ISTAT noi Italia del 2017. Dai dati ISTAT emerge in modo chiaro che l’invasione di extracomunitari è una mera invenzione: i numeri sono addirittura in flessione: 267.600 ingressi nel 2007 contro i 238.936 del 2015.

Questi dati non sono sufficienti, ovviametne, a modificare la percezione del fenomeno immigrazione, legato al suo gemello sicurezza: la ricerca Ipsos-MORIPerceptions are not reality: things the world gets wrong”, condotta in 14 paesi, mostrava nel 2015 che gli Italiani, da lungo tempo, percepiscono in modo distorto immigrazione e sicurezza, entrando nel dettaglio sui fattori che caratterizzano questa distorsione percettiva, ovvero:
– medio bassa istruzione
– medio basso reddito
– precarietà lavorativa percepita o reale
– insoddisfazione generale per la propria vita, percepita o reale

La distorsione percettiva è un fenomeno sociale transnazionale di cui si occupano con grande attenzione diversi istituti di ricerca sulle scienze sociali. E’ interessante analizzare infatti proprio i fattori socio-economici e demografici che incidono maggiormente sulla distorsione percettiva del reale. Una ricerca pubblicata dall’Istituto Cattaneo ad agosto scorso non solo rinnova le statistiche di IPSOS-Mori, aggiornandole al 2017, ma si addentra anche nella analisi dei fattori distintivi della fascia di popolazione che maggiormente sovrastima il fenomeno immigrazione.

Con risultati interessanti: ad iniziare dalla conferma del primo posto dell’Italia in quanto a percezione distorta: mentre gli immigrati sono poco meno del 10%, il campione -rappresentativo- di italiani la sovrastima di ben 17,4 punti percentuali.

Per spiegare quali fattori incidono maggiormente la distorsione percettiva, la ricerca mette in relazione l’indice NIM del Pew Research Center, ovvero l’indice di nazionalismo, con risultati illuminanti su scala europea: tanto più il paese manifesta ideologie nazionaliste, tanto più alta è la percezione distorta dell’immigrazione. Il grafico che segue è chiarissimo, con l’Italia saldamente al primo posto.

A fare da contraltare a questa analisi è lo studio sulla relazione tra orientamento politico e immigrazione percepita distorta: dal 18,5% di sovrastima degli elettori di sinistra al 32,4% degli elettori che si dichiarano di destra. Si, avete capito bene: gli elettori di destra stimano l’immigrazione ad oltre il 40%. Un dato che fa riflettere perché dimostra che neanche gli elettori di sinistra sono immuni dalla distorsione percettiva, con vette preoccupanti per i loro avversari politici più estremi.

A corroborare ulteriormente le analsi è la conferma che il livello di istruzione incide in modo importante sulla distorsione percettiva: dal 17,9% per i laureati al 28,1% per chi ha la terza media. Di nuovo, neanche la laurea mette al riparo dal fenomeno.

Anche il dato sull’occupazione, ma rispetto a questo bisogna avere cautela perché a sua volta questa è fortemente correlata con i titolo di studio, emerge che la classe operaia si attesta su un dato di poco inferiore al 29% di sovrastima, in linea come dicevamo con quello relativo all’istruzione.

La ricerca, che invitiamo caldamente a consultare, entra nel dettaglio sulla relazione che esiste tra collocazione geografica ed effetti globali di questa distorsione percettiva, rispetto a cui trae conclusioni che meritano riflessione:

Nell’insieme, emergono dunque differenze sostanziali tra gli atteggiamenti degli italiani e quelli degli europei sulla questione dell’immigrazione e delle loro conseguenze socio- economiche. Almeno in parte, queste differenze sembrano essere anche il prodotto di una errata percezione del fenomeno migratorio: chi ne ingigantisce la portata, è indotto anche a ingigantirne le conseguenze. Però, sarebbe sbagliato pensare che il tema dell’immigrazione sia soltanto una questione di mal-percezione: perché i suoi effetti sugli atteggiamenti dei cittadini sono concreti e reali. Ed è soprattutto con quelli che la politica e i partiti devono fare i conti.

-> Vai al testo integrale della ricerca

-> Vai al progetto Noi Italia ISTAT

-> Vai alla ricerca IPSOS-Mori

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