Squadrismo 2.0

Sono passati esattamente cento anni, era il 1919, dalla formazione delle squadre d’azione, gruppi organizzati, armati, che avevano come obiettivo principale la repressione, verbale e fisica, degli avversari politici. Le squadre d’azione, poi assorbite dal fascismo sotto il generico nome di camicie nere, si formavano su base del tutto spontanea e volontaria ed erano caratterizzate da una azione politica, si fa per dire, fortemente orientata alla estrema destra.

Le dinamiche dello squadrismo, alla luce dei fatti di oggi, meritano una certa attenzione: ad iniziare dal fatto che le azioni, spesso violente, venivano mascherate e giustificate da uno spirito goliardico ma, soprattutto, trovavano consenso ed incoraggiamento nella borghesia conservatrice e razionaria dell’epoca.

Il resto è storia: nella primavera del 1919 Mussolini fondò i Fasci Italiani di Combattimento, in cui confluirono più o meno spontaneamente le squadre autoorganizzate. Fu un punto di svolta per la azione politica fascista: rapidamente infatti, già nel 1920 le azioni squadriste si rivolgevano indiscrimatamente verso persone o azioni che venivano arbitrariamente classificate come “bolsceviche” dagli stessi squadristi e dagli strati della borghesia reazionaria che ne incoraggiava le azioni.

E’ importante ricordare che la prima azione squadrista significativa colpì la libera stampa, con l’assalto alla redazione dell’Avanti!, giornale socialista, nell’aprile del 1919.

Sappiamo come sono andate le cose negli ultimi cento anni, ed è curioso lo schema che si ripete con la strategia comunicativa della Lega. Le convergenze con la propaganda fascista sono evidenti, ad iniziare dagli ovvi slogan boia chi molla e vincere!

Interessante anche la convergenza che vede la Lega come  espressione di “tutti” gli italiani, nonostante alle ultime elezioni si attesti su un 16%. Così Mussolini al Palazzo Municipale di Vercelli nel 1925:

Il Fascismo è tutto il popolo italiano

Le convergenze sono molteplici e frutto di una strategia comunicativa ben precisa. Così Mussolini per il terzo anniversario della marcia su Roma, sempre nel 1925:

Signori! Questo regime non può essere rovesciato che dalla forza. Coloro che credono di poterci sbancare con le piccole congiure di corridoio, o con dei fiumi di inchiostro più o meno sudicio, costoro si disingannino: i Ministeri passano, ma un regime nato da una rivoluzione stronca tutti i tentativi di controrivoluzione e realizza tutte le sue conquiste. 

Per costruire una risposta popolare, caratterizzata da un atteggiamento apertamente squadrista, ma online, è stato necessario fabbricareuna serie di calcolatissime fake news, bufale, riportate a pappagallo dalla base dei seguaci leghisti. Pochi cardini ma molto chiari: dal costo delle pensioni agli immigrati dovuta ai ricongiungimenti a mille altre, tutte caratterizzate dal dire alla base ciò che vuole sentirsi dire. Gli articoli su la Bestia, ovvero la fabbrica di propaganda digitale utilizzata dall’ufficio stampa della Lega è stata oggetto di attenzione della stampa italiana.

Il risultato netto di questa propaganda con incitazione all’odio è stata la diffusione di un gergo ed una approccio comunicativo della grande massa pienamente sovrapponibile al fascismo: i buonisti allora si chiamavano pietisti, ieri come oggi si addita l’avversario politico come nemico del popolo, si attacca sistematicamente la separazione dei poteri, si fabbricano e diffondono slogan propagandistici come “portali a casa tua”, “è il popolo che me lo chiede”, “chi aiuta gli immigrati è nemico del popolo”, si rricorre alla piazza per bypassare il processo di acquisizione del potere.

Il fatto più singolare è che l’odio in rete è innanzitutto un reato. Eppure l’Italia è l’unico paese del blocco degli industrializzati che ha avuto un ministro dell’interno ad incitarlo apertamente sulla propria pagina. E il popolo risponde: sarebe impossibile fare un elenco della serie di fatti che poi hanno portato a denunce penali, di questi vale la pena ricordare il primo: l’odontotecnico che twittò “tagliamo la gola a Saviano e la Boldrini”. Oggi è nei guai.

La retorica di stampo nostalgico, basata su un vago concetti di onore dell’ex minsitero degli interni ha attecchito sulla pancia del paese, ma funziona solo con le sacche meno istruite: studi recenti hanno mostrato come il titolo di studio medio dell’elettorato della Lega sia una mera terza media. Viene da chiedersi quale onore può avere una persona che ha causato il richiamo da parte dell’ONU in tema di diritti umani: era il 19 ottobre 2018.

Non manca, ovviamente, la risposta della società civile, ad iniziare da Famiglia Cristiana che ha più volte messo in risalto l’orribile uso della propaganda da parte dell’ultimo governo. Senza mezzi termini, messa in relazione con la propaganda nazista di Goebbels. Un continuo incitamento all’odio come nel vergognoso esempio dei terremotati di amatrice: da un lato non si è agito per loro e dall’altro sono stati messi in contrapposizione con i migranti. Come se i due processi di sostegno fossero mutuamente esclusivi.

Il risultato netto è che nei 14 mesi del governo precedente abbiamo avuto un preoccupante aumento dell’odio razziale in tutto il paese, indotto una sofferenza inutile a centinaia di persone che sono state costrette a condizioni disumane in mare, un continuo attacco al diritto costituzionale, una violazione sistematica dei diritti umani.

Per meglio comprendere il fenomeno, è utile andarsi a leggere le pubblicazioni dell’Osservatorio VOX sull’Hate Speech, ovvero sull’odio in rete. Come possiamo riconoscere un post di odio? Secondo il lavoro
Hate Speech Annotation: Analysis of an Italian Twitter Corpus, dell’Università di Torino, le dimensioni sono quattro, eccole, con relativi esempi:

  • Aggressività: nuova invasione di migranti in Europa (debole) / Cacciamo i rom dall’Italia (forte)
  • Offesa: I migranti sanno solo ostentare l’ozio (debole) / Zingari di merda (forte)
  • Ironia: ora tutti questi falsi profughi li mandiamo a casa di Renzi ??!
  • Sterotipazione: Roma in bancarotta ma regala 12 milioni ai rom

Applicando questo metro di classificazione, lo stesso osservatorio ha pubblicato sei Mappe dell’Intolleranza,  che vale la pena andare a consultare. I temi, guarda caso, sono proprio quelli che vengono incoraggiati dalla propaganda online: xenofobia, misogini, equaizione musulmano = terrorista, antisemitismo, omofobia e intolleranza verso i disabili.

Dovrebbe far riflettere?
Dovrebbe.

-> Vai all’osservatorio VOX 

Share
Questa voce è stata pubblicata in Cittadinanza attiva e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *