Stone Age: il gioco di Ricerca Operativa all’Età della Pietra

La scorsa edizione di Lucca Comics and Games è stata talmente ricca da restituire materiale per un blog come questo per mesi. Sul fronte dei giochi da tavolo merita sicuramente una menzione Stone Age, di Michael Tummelhofer, edito in Italia da Giochi Uniti.

Ambientato all’età della pietra, è uno strumento ludico molto utile per insegnare ad i ragazzi il concetto di gestione, intesa come politica di pianificazione, attuazione e controllo delle strategie di produzione. I giocatori lottano per sopravvivere all’età della pietra, lavorando come cacciatori, scout, agricoltori e produttori di utensili. La dinamica del gioco si svolge raccogliendo le risorse, espandendo la propria popolazione e lavorando per costruire gli strumenti necessari per far crescere la vostra civiltà.

I giocatori usano fino a 10 membri della tribù ciascuno, in 3 fasi. Nella prima fase, i giocatori piazzano i loro uomini nelle regioni del tabellone di gioco deputate alla caccia, al baratto, alle cave di produzioni dei vari materiali o alla ricerca del cibo. Nella seconda fase, ciascun giocatore attiva in sequenza le aree di tabellone prescelte per ottenere il massimo vantaggio. Nella terza fase, i giocatori devono soddisfare i bisogni di sussistenza della proprià tribù, avere quindi a disposizione abbastanza cibo per nutrire le loro popolazioni.

Scopo del gioco, come per la maggior parte dei gestionali è di ottenere il massimo numero di punti vittoria possibile. I punti vittoria si ottengono costruendo edifici, cioé realizzando le opere che testimoniano la crescita della propria tribù. Il gioco, nonostante l’ambientazione primitiva si rivela tutt’altro che banale. Nella sua semplicità, pone il giocatore di fronte a scelte stategiche e tattiche non del tutto immediate.

I punti vittoria possono essere prodotti in due modi: mediante la costruzione degli edifici o tramite baratto. Siamo all’età della pietra, quindi il denaro non esiste e le risorse ottenute dalla terra rappresentano l’unico mezzo di scambio attuabile. E’ necessario quindi inviare i membri della propria tribù presso le varie cave per ottenere i quattro tipi di materie prima: oro, pietra, argilla, legno. La capacità di estrarre materiale dalla terra dipende sia dal numero delle risorse impiegate che dalla fortuna, rappresentata dal lancio del dado. Una delle intuizioni più brillanti ed interessanti è il concetto di impiego dell’utensile, rappresentato da modificatori ai dadi, che si ottengono assegnando un membro alla fabbricazione di nuovi utensili.

Per ottenere materiale dalle cave occorrono braccia da lavoro, e allo scopo è possibile avere fino a 10 membri nella propria tribù. A partire dai cinque iniziali è possibile pianificare le nascite ed aumentare quindi la propria popolazione. Tuttavia, ogni membro della tribù consuma una risorsa di cibo, che può essere ricavato semplicemente assegnando uno o più elementi della tribù alla ricerca del cibo di volta in volta o in modo più sistematico espandendo la coltivazione dei propri campi.

Una partita a quattro giocatori dura di media intorno ai 90-120 minuti e il gioco si svolge in modo molto serrato, impegnando ciascun giocatore nella continua pianificazione ed attuazione della propria strategia di gioco in termini di sostentamento delle risorse, pianificazione della produzione, impiego delle risorse, produzione degli edifici o attuazione degli scambi commerciali e nello sviluppo della popolazione, della coltivazione o della fabbricazione degli utensili.

Stone Age è un gioco semplice nelle regole, rapido nella preparazione e che mantiene alta l’attenzione dei giocatori durante tutto l’arco della partita. Consente, se giocato con ragazzi o bambini (dai 10 anni in su), di spiegare ai nostri ragazzi il concetto di pianificazione, gestione delle risorse ed esecuzione. Giocato a livelli avanzati, può essere adottato per illustrare in modo pratico i concetti sottostanti alla Ricerca Operativa e alla Programmazione Lineare, due branche importantissime dell’Ingegneria Gestionale.

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