Stop alle trascrizioni dei figli nati da coppie dello stesso sesso: il punto

Si è molto discusso questa settimana sul fatto che il sindaco di Milano, Beppe Sala, è stato costretto a interrompere la registrazione all’anagrafe dei bambini nati da coppie dello stesso sesso, dopo il richiamo del Prefetto di Milano e del Ministero dell’Interno, in seguito ad una sentenza della Corte di Cassazione. Sala aveva iniziato a registrare certificati anagrafici con due genitori dello stesso sesso a luglio 2022, ma è stato costretto a interrompere questa pratica. In precedenza, aveva spiegato che la decisione di intervenire era stata presa in risposta alla mancanza di una legislazione adeguata per le famiglie omosessuali da parte del Parlamento e del governo, nonostante le sollecitazioni della Corte costituzionale. Con questo articolo facciamo il punto sul panorama legislativo europeo, ed introduciamo alcuni studi significativi in merito.

L’accettazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e la questione dell’adozione e del riconoscimento dei figli sono argomenti di grande rilevanza a livello internazionale e sono al centro di numerosi dibattiti politici, sociali e culturali. In Europa, la questione è stata oggetto di discussioni e di lente evoluzioni legislative negli ultimi decenni, con risultati molto diversi a seconda dei paesi e del loro grado di sviluppo, come mostra la immagine seguente (fonte: Wikipedia).

In alcuni paesi europei, il matrimonio tra persone dello stesso sesso è stato legalizzato già da diversi anni. I primi paesi a riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso sono stati i Paesi Bassi nel 2001, seguiti da Belgio (2003), Spagna (2005), Svezia (2009), Norvegia (2009), Islanda (2010), Portogallo (2010), Danimarca (2012), Francia (2013), Regno Unito (2014), Lussemburgo (2015), Irlanda (2015), Finlandia (2017), Malta (2017), Germania (2017) e Austria (2019). In questi paesi, il matrimonio tra persone dello stesso sesso è stato equiparato al matrimonio tra persone di sesso diverso in termini di diritti e obblighi.

In altri paesi europei, il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è ancora stato legalizzato, ma sono state introdotte forme di riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Da noi, in Italia, è stata introdotta nel 2016 la figura delle unioni civili, che garantiscono alle coppie omosessuali una serie di diritti e di doveri simili a quelli del matrimonio. In altri paesi come la Repubblica Ceca, la Slovenia, la Croazia, l’Ungheria e la Slovacchia, sono state introdotte forme di riconoscimento legale delle coppie omosessuali, ma non ancora il matrimonio.

L’adozione da parte di coppie dello stesso sesso è stata legalizzata in molti paesi europei, ma non ancora in tutti. In molti paesi in cui il matrimonio tra persone dello stesso sesso è stato legalizzato, l’adozione è stata permessa dalle coppie omosessuali, come ad esempio in Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito, Francia, Danimarca, Islanda, Norvegia e Germania. In altri paesi, come l’Italia, l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso è stata permessa solo in seguito all’approvazione delle unioni civili.

Il riconoscimento dei figli nati da coppie dello stesso sesso è stato un altro tema importante, spesso correlato alla questione dell’adozione. In molti paesi europei, i figli nati da coppie dello stesso sesso possono essere riconosciuti legalmente da entrambi i genitori, anche se non hanno il diritto di adottare. In altri paesi, come il Regno Unito e la Francia, i figli nati da coppie dello stesso sesso hanno gli stessi diritti dei figli nati da coppie di sesso diverso.

La ricerca in materia, dimostra che l’accettazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e della questione dell’adozione e del riconoscimento dei figli dipende da una serie di fattori, tra cui la cultura, la religione, la politica e la storia di ciascun paese. Tuttavia, sembra che i paesi europei più avanzati dal punto di vista sociale e culturale siano anche quelli più aperti ai diritti delle persone LGBT e più disposti ad adottare politiche progressiste in materia di diritti civili.un’influenza significativa sull’accettazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e sulla questione dell’adozione e del riconoscimento dei figli.

La tendenza generale dimostra che i  paesi europei più avanzati dal punto di vista sociale e culturale sono stati anche i primi a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso e a riconoscere i diritti delle coppie omosessuali: Paesi come i Paesi Bassi, il Belgio e la Svezia, ad esempio, sono stati pionieri nella lotta per i diritti delle persone LGBT e hanno legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso già nei primi anni 2000. Questi paesi sono noti per essere progressisti e tolleranti, con una forte tradizione di diritti civili e di uguaglianza. Al contrario, paesi meno sviluppati dal punto di vista sociale e culturale, come alcuni paesi dell’Europa orientale, hanno spesso una maggiore resistenza al cambiamento e sono più lenti ad accettare i diritti delle persone LGBT.

Bisogna anche ricordare, però, che ci sono anche eccezioni a questa tendenza. Una di queste è rappresentata dalla Spagna che ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso già nel 2005, nonostante sia considerata meno avanzata di altri paesi europei dal punto di vista sociale e culturale. Anche l’Irlanda, che ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso nel 2015, ha dimostrato una forte volontà di cambiamento e di progresso, nonostante il passato conservatore e cattolico del paese.

In questo quadro articolato, non siamo ben messi: l’Italia è un paese che si è dimostrato molto lento nell’adottare politiche a favore dei diritti delle coppie omosessuali, rispetto ad altri paesi europei. Né il nostro paese brilla per aver un clima di accettazione dei diritti LGBT, tema in cui siamo praticamente fanalino di coda, come dimostrato da questa infografica di Liga Europe in cui il livello di accettazione dei temi LGBT è espresso  in valore percentuale (dove alla massima accettazione corrisponde il 100%).

Solo nel 2016, infatti, abbiamo introdotto le unioni civili per le coppie dello stesso sesso, che pur offrendo alcune delle stesse protezioni legali del matrimonio, sono state criticate per essere una soluzione di compromesso.  Abbiamo già trattato in questo blog il complesso iter che ha vissuto la Legge Zan (approfondimenti a fine articolo).

L’Italia non ha ancora legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, né ha esteso i diritti delle coppie omosessuali all’adozione o al riconoscimento dei figli. Un ritardo riconducibile a una serie di fattori, tra cui l’influenza della Chiesa Cattolica, che ha una forte presenza e influenza nella società italiana, ma anche una certa resistenza alla modernizzazione della società.

Va però detto che non è corretto affermare che il ritardo nel riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali in Italia sia solo il risultato di un minore sviluppo culturale o di un ritardo nello sviluppo del paese. Alcuni paesi con un alto grado di sviluppo culturale e sociale, come la Germania e l’Austria, hanno introdotto il matrimonio tra persone dello stesso sesso solo negli ultimi anni, mentre altri paesi con un livello di sviluppo simile all’Italia, come la Spagna, hanno legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso molto prima.

Riferimenti:

  • “Legal Recognition of Same-Sex Relationships in Europe: National, Cross-border and European Perspectives” di Kees Waaldijk, Pieter Cannoot, e Evert van der Vliet.
  • “Mapping LGBTI Equality in the EU” dell’agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali. 

-> Vai all’approfondimento sul DDL ZAN

-> Vai alla analisi interattiva sui diritti LGBT

-> Vai alla Rainbow Map su Liga Europe

 

Foto di apertura: fonte Ansa

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