Festa della Mamma con discriminazione

festamammaCome tutti gli anni si ripete il copione degli auguri per la Festa della Mamma, e così è accaduto anche ieri, 10 maggio. Festa importante e sentitissima in Italia e dalle radici antichissime, che ricorre in molti paesi europei e in diversi paesi del resto del mondo, proprio la seconda domenica di maggio.

Quest’anno c’è una novità, che vale la pena di commentare in un blog di istigazione alla conoscenza come LidiMatematici: siamo in concomitanza di un periodo pre-elettorale, grazie al discusso Italicum di Renzi. Le destre, in particolare la Nuova Destra di Giorgia Meloni, hanno colto la palla al balzo della festa della mamma per affermare il concetto che vedete rappresentato proprio qui sotto:

festamammameloni

Il messaggio è chiaro: le unioni omosessuali non hanno diritto alla genitorialità.

Sembrerebbe un messaggio innocente, si tratta invece uno strumento tattico molto raffinato,  e purtroppo efficace. In questo blog ci siamo occupati più volte dell’analfabetismo di ritorno, della pancia del paese, secondo la definizione di Tullio De Mauro, che a seguito dello Studio OCSE – PISA del 2008 riportava come solamente il 20% degli italiani sia culturalmente dotato con

“gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea”

In pratica, quattro italiani su cinque non sono in grado di riassumere a parole proprie uno scritto e di dimostrarne una comprensione sufficiente, è il fenomeno dell’analfabetismo funzionale. Va da sé che questo strato assolutamente consistente della popolazione italiana sia appetibilissimo per macinare consensi.

Siamo in un momento di crisi economica, culturale e sociale fortissimo, e come è sempre accaduto nella storia d’europa dal ‘900 ad oggi, è proprio,in questi momenti che le destre riguadagnano terreno. A dominare è la sensazione di insicurezza, la paura e – di riflesso – il comportamento più immediato di gran parte della popolazione è di reagire alla diversità in modo estremamente forte, se non aggressivo.

Il cartello che vedete viaggia proprio in questa direzione. Il perché è presto detto: in democrazia il voto di una persona colta conta esattamente quanto quello di una persona meno istruita. E’chiaro che mettere in atto un programma politico in grado di soddisfare persone che richiedono uno stato colto, equilibrato, incentrato sulle pari opportunità e sul rispetto della dignità della persona è estremamente più difficile che non accontentare invece i sentimenti più bassi del popolo.

E, infatti, così fecero Hitler e Mussolini, due cavalli di battaglia per guadagnare consensi rapidissimamente sono proprio xenofobia (paura dello straniero) e omofobia (paura dell’omosessuale). Due ipotetici assi cartesiani dove, da sempre, le destre di tutta Europa si sono mosse alla ricerca di programmi politici che più sono omofobi e più sono xenofobi e più macinano consensi.

La xenofobia viene ben bene alimentata da Matteo Salvini, grazie ai fatti recenti di cronaca e, finalmente, con la festa della mamma è arrivato anche il momento di cavalcare l’omofobia. Il politico moderno sa che l’unico scopo è macinare consensi, ed è a quelli che mira, è chiaro che al 20% della popolazione (un italiano su cinque), dotata degli strumenti minimi per comprendere ed orientarsi in ciò che lo circonda, una posizione del genere appare ridicola: come pensa la nuova destra della Meloni di risolvere il problema delle coppie con figli il cui padre o madre a un certo punto della vita, riconosce di essere omosessuale e decide di passare la vita con il proprio compagno/a dello stesso sesso? Gli toglierebbe i figli? Campi di rieducazione? Sterminio? Giù dalla torre come gli spartani?

Verrebbe da pensare che una proposta del genere sia davvero frutto di quoziente intellettivo sotto le scarpe, ma bisogna ricordare che la parola chiave è semplificazione: da qui la dubbia buona fede per raccattare consensi dalla pancia del paese.

Un programma politico tutto incentrato su una semplificazione davvero immediata da attuare, basta ignorare le minoranze o, peggio, attaccarle. Programma politico che è tutto riassunto in queste parole di una persona attiva e molto vicina alla Meloni che scrive sui social network:

La natura ha dotato gli animali di una madre e di un padre. Poi esistono pure le lumache che fanno tutto da sole…senza nulla togliete ad ipotesi diverse dalla famiglia tradizionale, la quasi totalità delle famiglie ha un padre ed una madre e non capisco perché debbono annullare la loro identità per le pressioni di una minoranza. No alle imposizioni dei pochi solo perché strillano più degli altri.

Alla faccia di Montesquieu, uno dei padri della democrazia, che ricordava come questa sia  contemporaneamente governo della maggioranza e tutela delle minoranze. Un discorso molto simile a quelli in voga nel ventennio per giustificare, con argomentazioni pseudo-scientifiche, l’isolamento prima (e lo sterminio poi) di disabili, omosessuali ed ebrei.

Ma attenzione, però, che questi non sono commenti casuali, ma schemi comportamentali frutto di un programma politico molto preciso, in cui si causerebbero enormi sofferenze alle minoranze come migranti e omosessuali, in cambio di consensi. È la tecnica di Salvini, che – grazie a un popolo disattento – ha causato il disastro della seconda guerra mondiale settanta anni fa e oggi miete ancora un 20% di consensi.

Quanto basta a personaggi politici di scarso impatto per guadagnarsi un posto al sole senza poi, in concreto, fare nulla. Con Renzi al 40% la tattica è chiarissima: programma omofobo e xenofobo,  si ottengono consensi per un 5-6% quanto basta per superare la soglia di sbarramento e ci si assicura un vitalizio alla faccia della pancia del paese che continua, e continuerà, ad avere sempre gli stessi problemi. Tanto a fare le leggi, quelle vere, ci pensano gli altri.

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