Celiachia: è boom nell'ultimo triennio (parte 1)

Il Ministero della Salute ha diramato i risultati dell’indagine statistica sulla popolazione dei celiaci nel 2010. La Celiachia, o intolleranza al glutine, è una malattia genetica che rimane silente anche per lunghi anni, fino a manifestarsi in modo conclamato con il danneggiamento di uno o più organi, tipicamente l’intestino.

I dati epidemiologici sulla celiachia riportano una stima di circa 1% della popolazione, ovvero circa 600 mila persone. Le diagnosi ufficiali, al 2010, ammontano però a molto meno: 122.482. Negli ultimi anni la popolazione dei celiaci censiti e riconosciuti si è più che raddoppiata, con una netta prevalenza nelle donne, il doppio dei maschi.

Il celiaco che assume glutine non assorbe regolarmente gli alimenti e, progressivamente, danneggia gli organi vitali. L’intolleranza al glutine, un gruppo di proteine presente nel frumento, orzo, segale, farro e kamut, provoca una anemia progressiva, spesso associata a diarrea e a importanti sensazioni di spossatezza. Riconoscere la celiachia non è semplice: per lunghi anni il paziente manifesta segni equivoci, sempre generalmente caratterizzati da una generica stanchezza o debolezza. A danneggiarsi, progressivamente, è la mucosa dell’intestino tenue fino a che, nel corso degli anni, questo smette praticamente di funzionare.

Il celiaco resta intollerante a vita, e l’unica soluzione a disposizione, ad oggi, è che segua una dieta completamente priva di glutine. Sebbene in commercio siano disponibili pasta, pane, persino birra per celiaci, l’instaurazione e il mantenimento di una dieta senza glutine richiede una attenzione molto particolare. Infatti, per assumere cibi privi di glutine non è sufficiente acquistarli in farmacia: occorre anche assicurarsi che questi non vengano contaminati da altri prodotti contenenti glutine.

La cucina senza glutine richiede che i cibi privi di glutine siano separati e cucinati in modo del tutto separato. Ad esempio in una famiglia con una sola persona celiaca, per preparare la pasta senza glutine occorre una pentola con acqua separata e che questa venga toccata da utensili e posate che non hanno toccato cibi con glutine. Vietato quindi cuocere la pasta per celiaci in una pentola dove sia stata cotta pasta comune e rimestare la pasta senza glutine con una forchetta che sia stata immersa nella pentola con acqua contenente glutine. Una procedura complessa già a parole, e ancor di più quando va attuata con attenzione. Occhio, quindi, alle contaminazioni.

In presenza di uno o più sintomi riconducibili alla celiachia, è di fondamentale importanza rivolgersi ad un centro specializzato. L’Associazione Italiana Celiachia assiste da anni i celiaci e le loro famiglie, soprattutto nella fase cruciale di orientamento iniziale per affrontare e gestire correttamente la celiachia.

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