Il caso Cervia

Capita, qualche volta, di incontrare persone eccezionali e di rendersene conto solamente troppo tardi. A me è capitato, durante una manifestazionea Roma. Questa persona si risponde al nome di Marisa.

Succede sempre così quando ci si incontra: due parole per iniziare, poi – se va bene- si discute di temi più seri. Lo stato, i doveri del cittadino, e i diritti negati. Marisa, bionda e occhi chiari dal carattere forte, sembra dire con gli occhi molto di più di quanto si possa, anche con milioni di parole. E lei si, che ne sa qualcosa di diritti negati.

Mia moglie, dopo la manifestazione, mi dice: “sai chi è Marisa ?”. Io, ovviamente incuriosito: “No, chi è ?”. Marisa Gentile è la moglie di Davide Cervia, il tecnico della Marina Militare esperto di Guerre Elettroniche scomparso nel nulla oltre venti anni fa. Non potevo credere alle mie orecchie. E, soprattutto, non potevo credere di non sapere nulla di una storia così grave.

Il 12 settembre scorso ricorrono 22 anni esatti dalla scomparsa di Davide, strappato agli affetti di Marisa e dei due figli. Di Davide, oggi, non se ne sa più nulla. E’ un caso incredibile, di cui si è occupata per lo più la stampa di nicchia, i canali regionali e che ha pochissima eco sui mezzi di informazione ufficiali.

Era il 12 settembre 1990 e Davide, tecnico esperto istruito all’uso di strumenti di armamenti elettronici, veniva rapito dalla propria abitazione di Velletri.  Dalla data della scomparsa, la famiglia Cervia riscontra una serie interminabile di difficoltà nel perseguire le ricerche. Dopo una breve indagine, poi rivelatasi lacunosa (tanto da essere avocata – cioé spostata in altra sede – e riaperta), le autorità affermarono che Davide si era allontanato volontariamente. Le indagini riaperte dopo l’avocazione hanno invece affermato, finalmente, il sequestro di persona.

La famiglia, in una battaglia lunga che dura ancor oggi,  grazie alla incredibile forza di Marisa, Daniele ed Erika, ha ampiamente dimostrato che Davide, invece, è stato rapito. I ragazzi, ormai ventenni, scrivono prima a Scalfaro e poi a Napolitano, ma non ottengono nulla di nuovo. Su Davide sono stati scritti libri e realizzati diversi documentari e inchieste.  Ma, curiosamente, non se ne sa nulla ed i mezzi di informazione ufficiali ne parlano al minimo indispensabile. Con il  caso Cervia, ci sarebbe materiale per quintali di plastici da Vespa e, invece, nulla.

La pista “libica” sembra la più accreditata, ad oggi: si direbbe che Davide sia stato “venduto” in solido con il sistema di armamento, proprio alla Libia di Gheddafi. Lo scenario politico è cambiato, il regime è caduto dopo 40 anni e si aprono nuovi spiragli per cercare, a gran fatica, la verità. Proprio lo scorso 12 settembre la famiglia ha organizzato una veglia in memoria. I figli hanno chiesto i danni allo stato per violazione del diritto fondamentale alla verità e, finalmente, anche i grandi nomi della giurisprudenza italiana come Marazzita e Galasso iniziano ad interessarsi a questo caso.

Ma, nei media a larga diffusione, questa storia circola ancora troppo poco. A dicembre 2012 si riapre il processo e speriamo davvero che questo velo si squarci, una volta per tutte. E’ una vicenda intricatissima che vede incredibilmente un cittadino e servitore dello stato sparire nel nulla, e la famiglia assolutamente abbandonata a sé stessa. Questo dossier è ampiamente documentato, e vale la pena seguirlo:

 

Avrei voluto dire tante cose a Marisa, dopo aver capito cosa è successo. Ma non ci sono davvero parole utili, per una vicenda di questo genere. L’unica cosa che vale veramente la pena fare, è raccontare questa storia.

->Link al gruppo Facebook dedicato a Davide Cervia

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