Storia di M. e della Lotteria della Buona Scuola

buonascuolaScade oggi, 14 agosto alle ore 14, il termine ultimo di inoltro della domanda per i docenti non di ruolo. Uno stillicidio iniziato con la “fase A”, che prevedeva l’inserimento nella docenza di ruolo per gli insegnanti in graduatoria a seguito dei concorsi effettuati nel 2012.

Per tutti gli altri ci si affida alla lotteria delle “fasi B e C”. Lotteria che assomiglia più ad una roulette russa, con impatti notevoli sulle famiglie degli insegnanti. Le regole del gioco, perché davvero di gioco si tratta e che mette sul piatto le vite di padri e madri di famiglia, sono drammaticamente semplici: entro le due del pomeriggio del 14 agosto gli insegnanti che desiderano essere assunti in ruolo nella scuola pubblica, devono inoltrare domanda presso il MIUR, indicando nell’ordine di preferenza i comuni dove preferiscono insegnare. Nell’ambito dello stesso comune, costituisce titolo di preferenza il punteggio. Se non c’è disponibilità nei comuni scelti, si può essere assunti in tutto il territorio nazionale. Chi non fa domanda resta escluso per sempre dalla pubblica docenza.

Tralasciamo tutti i dettagli di acquisizione del punteggio, maturato non solo grazie all’esperienza di insegnamento, ma anche a costosi corsi di aggiornamento, di dubbia qualità ed utilità, salvo quella di lucrare sulle spalle degli insegnanti. Vogliamo raccontarvi la storia di M., docente di Scienze Motorie, 47 anni. Una vita dedicata all’insegnamento, alla scuola, ma soprattutto ai “suoi” ragazzi, che segue, coltiva, allena e cui talvolta fa anche da padre con affetto e dedizione e senza posa.

Tante, troppe volte chi ci governa si è permesso di dire, non senza un filo di biasimo, la vergognosa frase “mica pretendiamo il posto sotto casa”. Ebbene, M. il posto “sotto casa” non l’ha mai avuto. Vive nella meravigliosa cornice dei Castelli Romani, eppure gira come una trottola non solo per le docenze scolastiche presso alcuni istituti privati, ma anche perché organizza campi estivi per ragazzi e segue varie realtà sportive locali. Con costi importanti, non sempre ripagati in termini economici.

M. ha due figli, di 8 e 14 anni, due campioncini in erba, che ha seguito con assidua attenzione e che hanno portato risultati importanti nello sport. La sua compagna di vita e moglie, A. ha 45 anni, è insegnante di ruolo, professoressa di Italiano, Latino, Greco al Liceo Scientifico. Anche lei non ha propriamente “il posto sotto casa”, perché insegna sì ai Castelli Romani, ma in tutt’altro paese. Vale a dire ad oltre un’ora di autobus da casa.

Ed eccola la “buona scuola” di Renzi. Entro le ore 14 di oggi, 14 agosto, M. dovrà decidere se abbandonare la possibilità di far parte del corpo docente di ruolo, condannandosi ad un precariato a vita, oppure lasciare la famiglia (A. è di ruolo e non può certo rinunciare alla propria cattedra), partecipando alla Lotteria renziana di Ferragosto, inviando la domanda ed affidandosi alla roulette russa delle assunzioni sul territorio nazionale.

E questa sarebbe la “buona scuola” ?

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