Il Blue Monday e il trionfo del giornalismo spazzatura

sadcatsmallNell’era del giornalismo a cottimo e dei Social Network la propagazione di una sciocchezza priva di qualsiasi fondamento scientifico è veramente questione di un attimo. E così è stato anche per il fantomatico Blue Monday, il lunedì nero delle nostre emozioni, la giornata più triste dell’anno.

Ce lo annunciano oggi quasi tutte le testate giornalistiche, addirittura al giornale radio della mattina, come fosse una realtà scientifica: il “lunedì triste” cade nella terza settimana di Gennaio, ed è frutto di una “complessa equazione matematica”. Triste, tristissimo, constatare il livello del giornalismo che caratterizza l’informazione italiana.

Eppure, già nel lontano 2006, il quotidiano inglese The Guardian si è occupato della storia dello psicologo Cliff Arnall, e non ha esitato a definire la sua equazione come “half-cocked”, letterlamente fatta a cazzo.

Racconta Ben Goldrace, il giornalista che si è occupato della formula di Arnall, che questa nasce su commissione della Sky Travel, una agenzia di viaggi, che ha ingaggiato lo psicologo per identificare il miglior weekend lungo per proporre un viaggio. Un lavoro su commissione, quindi, completamente privo di qualsiasi criterio di scientificità.

Arnall se ne esce con questa meravigliosa equazione:

(C x R x ZZ) / ((Tt + D) x St) + (P x Pr) > 400

dove Tt è il tempo speso in viaggio, D quantizza i ritardi, C il tempo speso in attività culturali, R il tempo speso in relax, ZZ il tempo speso dormendo, St il tempo speso in stress, P il tempo speso a fare i bagagli e Pr il tempo speso nella preparazione del viaggio.

In effetti, siamo di fronte ad una equazione dimensionalmente sconclusionata, perché non solo non vengono definite le unità di misura (secondi, minuti, ore), ma il risultato è un oggetto dell’ordine di un quadrato del tempo, davvero fuori da qualsiasi canone di leggibilità. L’equazione poi nasce per stabilire la qualità della giornata, quindi tanto maggiore è il lato destro e tanto migliore sarebbe il weekend.

Insomma, una vera sciocchezza, anche discutibile nei risultati, perché un weekend passato dormendo e a preparare i bagagli sarebbe meraviglioso. Bontà sua, una prospettiva di un simile weekend sarebbe un incubo per molti.

Nel 2009 Arnall ci ripensa, ed usa una formula diversa:

([W + (D-d)] x T^Q ) / (M x Na)

ancora più assurda dal punto di vista delle unità di misura. Stavolta abbiamo per parametri: il meteo (W), i debiti (d), il tempo trascorso da Natale (T), il tempo trascorso dall’ultima promessa non mantenuta (Q), il basso livello motivazionale (M) e la sensazione di dover fare qualcosa (Na).

E meno male che avremmo “sei fattori immediatamente identificabili”, bontà dell’autore. In che unità di misura si calcola il meteo, in millimetri di pioggia? In percentuale di copertura delle nuvole? E il basso livello di motivazione? Per non parlare della “sensazione di dover fare qualcosa” e del tempo elevato ad un tempo (T^Q) al numeratore.

All’epoca della pubblicazione, Cliff Arnell era collaboratore del Centre for Lifelong Learning, affiliato all’Università di Cardiff. Ovviamente, a strettissimo giro, non è mancata la completa dissociazione proprio dell’istituzione universitaria per la completa mancanza di criterio scientifico.

Il problema è che in un paese civile, con una informazione adeguata al livello della sua popolazione, notizie del genere non dovrebbero circolare. E’ impressionante notare come non solo queste sciocchezze circolino, ma che vengano prontamente propagate sulla maggior parte dei media. L’unica voce fuori dal coro, l’anno scorso, fu Wired, senza però entrare nel dettaglio.

Ed è proprio in questo spazio che i blog di divulgazione scientifica hanno il loro prezioso ruolo. Altrimenti, avremmo chiuso già da un pezzo.

-> Vai all’articolo del Guardian del 2006

-> Vai alla formula del 2009

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Una risposta a Il Blue Monday e il trionfo del giornalismo spazzatura

  1. Stefano Gliozzi scrive:

    Caro Carlo, un unico appunto : la traduzione di half-cocked. Temo l’autore sia stato indulgente con sé stesso dicendo ‘una mezza cazzata’, e sarei curioso di capire quale sarebbe secondo lui la metà ‘non cazzata’.

    È di oggi la notizia della chiusura del circo Barnum, dopo 149 anni. Il motto del fondatore — che basava il suo circo su donne barbute, idiot savants, e cose del genere — era ‘nasce uno stupido al minuto e io gli faccio pagare un dollaro di ingresso’. Mi pare che i tempi non siano cambiati.

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