La Supernova dell’Orsa Maggiore

supernova_explosion_34452Non è un titolo di un romanzo di fantascienza: ma pura realtà. Non poteva iniziare nel migliore dei modi, questo 2014, almeno per la comunità degli astrofili. A dare spettacolo è una galassia molto popolare: Messier 82, scoperta dall’astronomo francese Charles Messier nel XVIII secolo con un telescopio che, per noi, è poco più che un fondo di bottiglia. Per la sua forma allungata è detta Galassia Sigaro ed è oggi catalogata nel Nuovo Catalogo Generale come NGC 3034. Distante circa 12 milioni di anni luce dalla Terra, si trova nella costellazione dell’Orsa Maggiore, è un oggetto relativamente molto luminoso, cinque volte la nostra Via Lattea, visibile da luoghi anche moderatamente bui con un comune binocolo da marina.  A farle compagnia la galassia M81, cui è  legata fisicamente a formare un unico gruppo, grazie alla mutua interazione gravitazioale.

Così, se M81 e M82 stanno lì da milioni di anni, ad essere apparsa fresca fresca il 21 gennaio scorso è una supernova: nientemento che una colossale esplosione stellare, tanto imponente da essere visibile da terra. Che poi, fresca fresca si fa per dire, perché per effetto della velocità della luce costante, in realtà, il fenomeno che noi osserviamo sulla Terra è accaduto niente meno che 12 milioni di anni fa. O giù di lì.

Le supernovae sono estremamente luminose perché provocate da un’esplosione che emette uno spettro di radiazioni di tale entità, compresa la porzione del visibile, da mettere in ombra – anche se per “breve periodo” – un’intera galassia. Pochi giorni addietro è accaduta esattamente la stessa cosa: un discreta porzione di M82 è stata, e lo è ancora oggi, “accecata” per così dire dall’esplosione della supernova SN 2014J, catalogata come di tipo Ia. Le supernovae di questo tipo sono figlie di  uno degli eventi più catastrofici dell’universo. Sono il risultato della “morte” di una stella ormai ridotta ad una nana bianca superdensa, cioé una stella di dimensioni comparabili a quelle della nostra Terra, ma con un campo  gravitazionale di intensità prossima a quella del Sole. Le supernovae si accrescono attirando per effetto gravitazionale getti di gas idrogeno da una compagna vicina, fino a raggiungere un limite di densità critica tale da causare una enorme esplosione.

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Fasi di una Supernova di tipo Ia

Nella fase post esplosione il materiale di polveri e gas stellari viene espulso ad una velocità fino a 30.000 km/s, un decimo di quella della luce, producendo una onda d’urto, detto guscio di espansione. che travolge tutto ciò che si trova nel cammino. Possiamo quindi solamente immaginare la catastrofica potenza dell’evento che, oggi, è visibile dalla Terra.

Esplosioni di questo tipo presentano un picco di magnitudine, per poi attenuarsi e lasciare una nebulosità residua nella stessa zona di cielo. La Nebulosa del Granchio è un esempio di gas interstellare residuo dell’esplosione di una Supernova, osservata dal genere umano nel lontano 1054. Insomma, lo spettacolo davvero non manca. Ho avuto la fortunata coincidenza di riprendere il primo gennaio scorso la stessa zona di cielo, andando a pescare proprio la stessa M82, grazie agli amici dell’Associazione Astronomica del Pellegrino. Va da sé che non potevamo certo esimerci dal ripetere le riprese nei giorni scorsi, approfittando di una rara finestra di cielo sereno.

supernova_pellegrinoRipresa della Supernova SN 2014J, prima e dopo l’evento

L’immagine che vi propongo affianca due riprese: una del primo gennaio scorso, ottenuta sommando 3 pose da 50 secondi l’una, a sinistra, e la stessa ripresa con medesima tecnica, effettuata il 6 febbraio scorso, a destra. Le due immagini mostrano chiaramente la Supernova “appena” esplosa, evidenziata in verde. E’ interessante osservare quanta parte della galassia venga coinvolta da questo fenomeno, il che da il polso dell’enorme portata fisica dell’esplosione di una Supernova. Osservando con un comune binocolo, la Galassia Sigaro M82 appare come una debole macchia a forma di sigaro, appunto. In cieli non perfettamente bui, si può osservare M82 proprio grazie a quella stella guida visibile in basso a destra. Con l’esplosione della Supernova, di luminosità comparabile proprio a questa stella guida, osservare al binocolo sarà ancora più facile.

Il gruppo M81 ed M82 è popolare proprio per la relativa facilità di osservazione con comuni strumenti. Per trovarlo, basta identificare il Grande Carro, sempre ben visibile a circa 42° di altezza sull’orizzonte da tutta Italia, a parte la coda che può occasionalmente finire troppo a ridosso dell’orizzonte o dietro gli alberi e le case dei vicini. Una volta identificata la parte centrale del Grande Carro, basta prolungare di una volta la diagonale maggiore opposta rispetto alla coda, come mostrato in questa mappa stellare (segmento in verde).

m81_82_chartMappa stellare del Grande Carro e del gruppo di galassie M81 / M82

Puntando il binocolo in quell’area di cielo, dovrebbe essere visibile il gruppo di M81 ed M82, due macchioline soffuse bluastre, corrispondenti alle due galassie, l’una vista di taglio e l’altra di piatto. E il bello è che, essendo l’Orsa Maggiore circumpolare, questo oggetto sarà visibile per tutto l’anno. Non resta, ora, che seguire l’evoluzione di questo incredibile evento, talmente raro da essere – letteralmente – imperdibile.

-> Ripresa astronomica a cura dell’Associazione Astronomica del Pellegrino

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