Cara Italia: italiani e stranieri uniti per la consapevolezza dell’odio razziale.

L’escalation di violenza in rete degli ultimi mesi è innegabile. Giusto un anno fa abbiamo pubblicato il lavoro dell’Osservatorio dei Diritti Vox, che tracciava un quadro allarmante dell’odio in rete nella sua terza edizione della Mappa dell’Intolleranza.

La sintesi del curatore dello studio non lasciava dubbi:

“Nell’anno 3 della rilevazione, che ha esaminato il periodo tra maggio e novembre 2017 e marzo – maggio 2018, risultano evidenti alcune importanti variazioni rispetto agli anni passati. Una su tutte. Sommando i cluster che si riferiscono a xenofobia, islamofobia e antisemitismo, predittivi quindi di atteggiamenti di forte intolleranza contro migranti e persone considerate “aliene”, la percentuale dei tweet dell’odio si attesta al 32,45% del totale nel 2017 e sale al 36,93% nel 2018: un balzo di 4 punti in pochi mesi!”

Lo stesso lavoro, rinnovato per il 2019, mostra essenzialmente un quadro addirittura in netto peggioramento, illuminante nel merito la sintesi in Twittare l’Odio, di Vittorio Lingiardi:

“L’insulto (di solito verso donne, omosessuali, disabili, immigrati, ebrei, islamici) passa quasi sempre per la disumanizzazione e l’umiliazione del corpo. Ricordiamo quanto scriveva Cesare Pavese: “si odiano gli altri perché si odia se stessi”. Il tweet che crede di essere furbo o divertente, mentre è solo una vigliaccata virtuale, diventa una sorta di difesa psichica che si esprime attaccando aspetti fondamentali dell’umanità altrui. Tecnicamente è proprio fare i bulli, cioè comportarsi in modo prepotente con qualcuno che è percepito come debole e diverso, e così sentirsi e farsi percepire dal branco come i più forti. Non dimentichiamo che per il twittatore bullo, la comunità online può essere una specie di branco.”

E’ indubbio che la rete sia un mezzo che gioca un ruolo cruciale nella diffusione dell’odio, qualsiasi sia la minoranza donne, omosessuali, immigrati, disabili, ciclisti o vegani ce n’è per tutti. Gli ultimi fatti, da Carola Rackete allo spacciatore che inventa una aggressione inesistente di immigrati, parlano assolutamente chiaro in merito alla assoluta necessità di un recupero di impegno nel combattere i fenomeni dell’intolleranza, soprattuto su base razziale.

In questo contesto si colloca l’inizativa del movimento Cara Italia, di Stephen Ogongo, giornalista e caporedattore di diverse testate onlilne e non afferenti al gruppo “Stranieri in Italia” che vede italiani e stranieri lavorare assieme per creare consapevolezza sul fenomeno dell’odio razziale.

E proprio nelle ore antecedenti alla pubblicazione di questo post il movimento ha centrato l’importante obiettivo di vedere riconosciuto da Facebook il connotato di odio razziale, ottenendo la rimozione di un commento che violava gli standard della comunità, sulla pagina Facebook Lega – Salvini Premier. E, in effetti, andando a leggere i commenti non c’è alcun dubio che questi rientrino nei canoni individuati dall’Osservatorio Vox per la definizione dell’odio razziale.

E’ bene ricordali per completezza. Secondo lo studio Hate Speech Annotation: Analysis of an Italian Twitter Corpus, dell’Università di Torino, le dimensioni che caratterizzano l’hate speech sono quattro:

  • Aggressività: ad esempio nuova invasione di migranti in Europa (debole) / Cacciamo i rom dall’Italia (forte)
  • Offesa: I migranti sanno solo ostentare l’ozio (debole) / Zingari di merda (forte)
  • Ironia: ora tutti questi falsi profughi li mandiamo a casa di Renzi ??!
  • Sterotipazione: Roma in bancarotta ma regala 12 milioni ai rom

Un clima rovente e decisamente pericoloso, in cui spesso la violenza non resta isolata al contesto verbale ma trova sfogo nel mondo reale, come nel recente episodio di aggressione ai danni di tre migranti a Palangiano, nel tarantino.

Secondo diverse ricerche, tra cui Ipsos-MORI, PEW Research Center, Osservatorio delle Nazioni Unite, è possibile tracciare un chiaro identikit dell’intollerante ovvero:
– medio bassa istruzione
– medio basso reddito
– precarietà lavorativa percepita o reale
– insoddisfazione generale per la propria vita, percepita o reale

e, in effetti, il profilo-tipo che risponde alla propaganda su base razziale collima perfettamente e non manca di rispondere all’appello.

Ora è tempo che la società civile torni a far valere la propria voce, e la iniziativa di Cara Italia è, decisamente, in questa direzione.

-> Vai alla pagina Facebook  di Cara Italia

-> Vai all’approfondimento sull’odio in rete (Osservatorio dei Diritti)

-> Vai agli approfondimenti sull’Analfabetismo Funzionale

-> Vai agli approfondimenti sulla ricerca IPSOS-Mori

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